Stato dell’Unione: Von der Leyen, un discorso da tempi di guerra

Nell'emiciclo dell'Europarlamento la presidente della Commissione rivolge un intervento di grande solidarietà all'Ucraina, duro contro la Russia, dai toni preoccupati sul piano della crisi economica ed energetica. Ma l'Ue, a suo avviso, supererà questa fase unendo le forze, ritrovando i propri valori e la solidarietà. "I mesi che ci aspettano non saranno facili, fa ce la faremo"

(Foto: SIR/Parlamento europeo)

“Il coraggio ha un nome: Ucraina”: lo afferma Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, nel Discorso sullo stato dell’Unione pronunciato oggi dinanzi al Parlamento europeo riunito in plenaria a Strasburgo, presente la moglie del presidente ucraino, Olena Zelenska. Tutta la prima parte del discorso si concentra sull’attacco della Russia all’Ucraina e sulla resistenza del Paese. “È una guerra anche contro l’Europa, i nostri valori, la nostra vita quotidiana”. Le conseguenze del conflitto attraversano il resto del discorso: sostegno a Kiev, risposta alla Russia con le sanzioni, necessità di affrontare le pesanti ricadute economiche ed energetiche sui Ventisette.

(Foto SIR/Parlamento europeo)

“Saremo messi alla prova”. “I mesi che ci aspettano non saranno facili, né per le famiglie che faticano ad arrivare a fine mese, né per le imprese chiamate a fare scelte difficili sul loro futuro”, afferma Von der Leyen, dopo essere stata introdotta dalla presidente del Parlamento, Roberta Metsola. “Sarò molto franca: la posta in gioco è alta, non solo per l’Ucraina, ma per tutta l’Europa e per il mondo intero. Saremo messi alla prova. A farlo saranno coloro che vogliono approfittare della minima divisione tra di noi. Questa non è solo una guerra mossa dalla Russia contro l’Ucraina. È una guerra contro la nostra energia, la nostra economia, i nostri valori e il nostro futuro. È uno scontro tra l’autocrazia e la democrazia”.

Avanti con le sanzioni a Mosca. Quindi il tema delle sanzioni. “Voglio essere molto chiara, le sanzioni sono qui per restare – afferma –. Questo è il momento di mostrare determinazione, non pacificazione”. Parole pesanti in un discorso “di guerra”. Oltre agli aiuti immediati all’Ucraina e all’accoglienza dei profughi della guerra, occorrerà impegnarsi per ricostruire il Paese, afferma la presidente dell’esecutivo. Così l’Ue si adopererà per ricostruire tutte le scuole ucraine distrutte dall’esercito di Putin. “La Commissione collaborerà inoltre con l’Ucraina per garantire un accesso senza soluzione di continuità” al mercato unico europeo. “Il nostro mercato unico è una delle più grandi storie di successo in Europa. Ora è il momento di farne una storia di successo anche per i nostri amici ucraini”. Von der Leyen quindi annuncia: “oggi andrò a Kiev, per discuterne i dettagli con il presidente Zelensky”.

(Foto SIR/Parlamento europeo)

Energia: l’esempio italiano. Segue un’ampia digressione sugli approvvigionamenti di energia e sul risparmio energetico. “Abbiamo diversificato l’approvvigionamento, abbandonando la Russia in favore di fornitori affidabili: gli Stati Uniti, la Norvegia, l’Algeria e altri. Lo scorso anno il gas russo rappresentava il 40% delle nostre importazioni di gas. Oggi la percentuale è scesa al 9% per il gas via gasdotto. Ma la Russia continua a manipolare attivamente il nostro mercato dell’energia. Preferisce bruciare il gas piuttosto che consegnarlo. Questo mercato non funziona più”. Per di più la crisi climatica incide pesantemente sulle bollette: “le ondate di caldo fanno crescere la domanda di energia elettrica, mentre la siccità costringe a chiudere le centrali idroelettriche e nucleari. Di conseguenza i prezzi del gas sono aumentati di oltre 10 volte rispetto a prima della pandemia. Per milioni di imprese e famiglie è sempre più difficile far quadrare i conti”.

A questo punto cita come esempio “i ceramifici del centro Italia”,

dove “gli operai hanno deciso di spostare i turni al mattino presto per beneficiare delle tariffe più basse dell’energia. Provate a mettervi nei panni di questi genitori, costretti ad uscire di casa di prima mattina, quando i figli ancora dormono, per colpa di una guerra che non hanno scelto. È solo uno dei mille modi in cui gli europei si stanno adattando alla nuova realtà”. Sarà comunque necessario nei prossimi mesi risparmiare energia: “ecco perché proponiamo misure che consentiranno agli Stati membri di ridurre il loro consumo complessivo di energia elettrica”.

La scommessa sull’idrogeno. Si tratta, secondo Von der Leyen, di favorire una trasformazione energetica, che, sostiene, “è necessaria ed è già iniziata. Sta avvenendo nel Mare del Nord e nel Baltico, dove i nostri Stati membri hanno investito massicciamente nell’eolico offshore. Sta avvenendo in Sicilia, dove presto la più grande fabbrica fotovoltaica d’Europa produrrà pannelli solari di ultimissima generazione. E sta avvenendo nel nord della Germania, dove i treni regionali circolano ormai con l’idrogeno verde”. L’idrogeno “può essere la chiave di volta per l’Europa. Per questo motivo posso annunciarvi oggi la nostra intenzione di creare una nuova Banca europea dell’idrogeno, che contribuirà a garantire l’acquisto di idrogeno rinnovabile, in particolare utilizzando le risorse del Fondo per l’innovazione”.

(Foto SIR/Parlamento europeo)

L’altra faccia della crisi. La crisi è anche economica. Von der Leyen lascia intravvedere nuove risposte comunitarie, investimenti, aiuti alle piccole e medie imprese, sostegno all’occupazione, nuove regole per i conti pubblici. “NextGenerationEu – dice – ha costituito un’iniezione di fiducia per la nostra economia. E il suo cammino è appena iniziato. Finora sono stati erogati agli Stati membri 100 miliardi di euro, il che significa che 700 miliardi di euro non sono ancora confluiti nella nostra economia. NextGenerationEu garantirà un flusso costante di investimenti per sostenere l’occupazione e la crescita. Darà sollievo alla nostra economia, ma soprattutto porterà innovazione. E in ottobre presenteremo nuove idee di governance economica”. Inoltre è necessario investire di più nella formazione e nello sviluppo delle competenze, “e vogliamo farlo lavorando fianco a fianco con le imprese”.

“Vicini alla gente”. Nella parte finale del Discorso sullo stato dell’Unione, Ursula von der Leyen affronta il tema della democrazia. “La democrazia non è passata di moda, ma deve aggiornarsi per continuare a migliorare la vita delle persone”: cita una frase di David Sassoli, che definisce “un grande europeo, a cui tutti noi oggi rendiamo omaggio”. “David Sassoli pensava che l’Europa dovesse cercare sempre nuovi orizzonti. E attraverso le avversità di questi tempi, abbiamo iniziato a vedere quale potrebbe essere il nostro nuovo orizzonte. Una Unione più coraggiosa, più vicina alla sua gente nei momenti di bisogno. Audace nel rispondere alle sfide storiche e alle preoccupazioni quotidiane degli europei. E di camminare al loro fianco quando affrontano le grandi prove della vita”. Von der Leyen fa quindi riferimento alla Conferenza sul futuro dell’Europa, affermando che, dopo aver ascoltato i cittadini, è tempo di riforme e di un nuovo “patto per la difesa della democrazia”.

(Foto ANSA/SIR)

Europa unita e solidale. “Onorevoli deputate, onorevoli deputati, si dice che la luce risplenda di più nell’oscurità. È stato sicuramente così per le donne e i bambini in fuga dalle bombe russe. Scappavano da un paese in guerra, pieni di tristezza per ciò che si lasciavano alle spalle e di paura per il futuro. Ma sono stati accolti a braccia aperte da molte persone come Magdalena e Agnieszka, due giovani donne polacche che hanno dato prova di grande altruismo”. Infine Ursula von der Leyen racconta una vicenda toccante, che suscita un lungo applauso dell’emiciclo dell’Europarlamento. “Non appena hanno saputo dell’arrivo di treni pieni di rifugiati”, Magdalena e Agnieszka “sono corse alla stazione centrale di Varsavia. Hanno iniziato a organizzarsi, hanno allestito una tenda per dare assistenza a quante più persone possibile. Hanno contattato i supermercati per chiedere viveri e si sono rivolte alle autorità locali per organizzare il trasporto in autobus verso i centri di accoglienza. In pochi giorni hanno riunito 3.000 volontari per accogliere i rifugiati tutti i giorni e a tutte le ore. Oggi Magdalena e Agnieszka sono qui con noi. Facciamo insieme un applauso a loro e a tutte le cittadine e i cittadini europei che hanno aperto i loro cuori e le loro case”. La presidente della Commissione aggiunge: “la loro storia è emblematica di tutto ciò che la nostra Unione rappresenta e intende realizzare. È una storia di cuore, volontà e solidarietà. Hanno mostrato a tutti quello che l’Europa può realizzare quando unisce le forze in nome di una missione comune. Questo è lo spirito dell’Europa. Un’Unione che è forte solo se unita. Un’Unione che supera le avversità insieme”.

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