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Mons. Grušas (Ccee): “Migranti usati come scudi umani. E’ un attacco ibrido all’integrità dei confini”

“Non sono solo migranti e rifugiati, ma persone che vengono utilizzate da un regime governativo. Trafficate per scopi politici e usati come scudi umani nel tentativo di ottenere guadagni politici e destabilizzare la situazione al confine dell'Ue. Questa azione è chiamata attacco ibrido, perché utilizza armi non tradizionali (traffico di persone, disinformazione e altri mezzi) per attaccare l'integrità dei confini di altri paesi”. E’ la forte denuncia lanciata da mons. Gintaras Linas Grušas, arcivescovo di Vilnius e nuovo presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa, in merito a quanto sta accadendo al confine tra Bielorussia e Polonia dove si sono radunati migliaia di migranti. “Si tratta – aggiunge - di una nuova forma di tratta di esseri umani”, utilizzato “non per profitto finanziario personale, ma per guadagni politici nel tentativo di preservare un regime autoritario”

(Foto ANSA/SIR)

“È con grande tristezza che vediamo queste immagini e la sofferenza che le persone stanno sopportando. Famiglie con bambini intrappolate alla frontiera. Ma è molto importante capire anche cosa c’è dietro a quelle immagini. Non sono solo migranti e rifugiati, ma persone che vengono utilizzate da un regime governativo”. Usa parole chiare e dirette mons. Gintaras Linas Grušas, arcivescovo di Vilnius e nuovo presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa, per descrivere e denunciare quanto sta succedendo realmente al confine tra Bielorussia e Polonia dove si sono radunati nei campi vicino a Kuznica, circa 4.000 migranti, in fuga per lo più da Siria e Iraq. E aggiunge: “Vengono trafficati per scopi politici e usati come scudi umani nel tentativo di ottenere guadagni politici e destabilizzare la situazione al confine dell’Ue. Questa azione è chiamata attacco ibrido, perché utilizza armi non tradizionali (traffico di persone, disinformazione e altri mezzi) per attaccare l’integrità dei confini di altri paesi”.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Chi sono le persone che attraversano questa rotta per l’Europa?

Ho potuto parlare con alcuni dei rifugiati. Molti stanno cercando di fuggire da orribili situazioni nei loro paesi d’origine. Molti hanno visto gli orrori della guerra, persino i loro familiari uccisi davanti ai loro occhi. Alcuni fuggono anche dalle persecuzioni per motivi religiosi. Altri cercano una vita migliore. Altri ancora sono studenti di varie nazioni africane a cui è stata data l’opportunità di studiare in Bielorussia. Quando il regime di Lukashenko ha deciso di avviare questa azione per creare una crisi di confine con l’Unione europea, ha aumentato l’affitto dei dormitori per questi studenti stranieri a un livello tale che non potevano più permettersi di pagarlo. A quel punto, è stata data loro la possibilità di tornare nel proprio paese o “andare nell’Ue”.

A quel punto cosa succede?

Di fronte a quella scelta, decidono di andare nell’Ue, non comprendendo però la posizione in cui vengono messi. Il governo li porta al confine e li fa attraversare. A quel punto chi viene fermato per aver tentato di attraversare il confine illegalmente, viene rimandato indietro ma non può tornare né a Minsk né in altri luoghi. Viene trattenuto al confine da funzionari bielorussi che sono armati e usano cani per impedire alle persone di fuggire e mettersi in salvo. Inoltre, il governo bielorusso sta organizzando voli per Minsk offrendo alle persone la promessa di un’opportunità per entrare nell’Unione Europea. Molte persone, non rendendosi conto di essere manipolate, abboccano nella speranza di un futuro migliore.

Perché usare i migranti?

È tutto coordinato dalle autorità bielorusse al fine di avere una posizione negoziale con l’Unione Europea, per eliminare le sanzioni che sono state imposte per le precedenti azioni del regime. Gli stessi bielorussi testimoniano che i migranti che arrivano in Bielorussia come turisti vengono prelevati dalle guardie di frontiera delle città bielorusse e portati al confine con l’Unione europea. Si tratta di una nuova forma di tratta di esseri umani, che è un crimine riconosciuto a livello internazionale, ma in questo caso non per profitto finanziario personale, ma per guadagni politici nel tentativo di preservare un regime autoritario.

 Vuole lanciare un appello ai leader politici?

Per comprendere la possibilità di fare un appello ai leader politici, bisogna ricordare la situazione in Bielorussia. In Bielorussia, molte persone innocenti vengono torturate, perseguitate e imprigionate. Questo sta accadendo ai confini dell’Europa e a persone che lottano per i valori e le libertà occidentali. Il regime di Lukashenko ha preso in ostaggio la sua stessa popolazione e sta usando i rifugiati come ostaggi e scudi umani. La Caritas e altre organizzazioni umanitarie in Lituania stanno lavorando con il governo non solo per dare assistenza a coloro che hanno attraversato il confine e sono attualmente ospiti nei centri per migranti, ma anche nella preparazione di pacchetti di assistenza che possono essere dati a chi è rimasto bloccato al confine.

Qual è il modo giusto per affrontare il problema?

Innanzitutto, è della massima importanza assistere le persone in migrazione. Sono stati raccolti fondi in Lituania per aiutare i migranti sia attraverso le parrocchie che direttamente dalla Caritas. Ma la situazione è molto più complessa di una semplice questione migratoria o di rifugiati, e richiede che la comunità politica internazionale agisca per porre fine a questa azione militare non convenzionale e a questa forma di traffico illegale di esseri umani per guadagno politico. Il tempo della misericordia è adesso. La solidarietà dei cristiani con coloro che sono nel bisogno è della massima importanza. Per aiutare chi si trova nei centri migratori e alla frontiera, ma anche e molto di più per aiutare chi è stato preso nelle reti di questa nuova forma di traffico di esseri umani.

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