
Silenzio, riflessione e preghiera. Sono questi i sentimenti che, da lunedì 21 aprile, si percepiscono per le strade di Palermo e nei cuori dei suoi abitanti, dopo la triste notizia che ha scosso il mondo intero e profondamente colpito la Sicilia. Il legame tra quest’ultima e Papa Francesco è stato infatti sin dall’inizio profondo, autentico, privo di secondi fini. La figura di quell’uomo vestito di bianco aveva acceso una grande speranza nel cuore del popolo siciliano, una speranza che si era rafforzata con la visita del Pontefice nel settembre del 2018.
Un passaggio tra i luoghi simbolici della città: dal luogo del martirio del beato Giuseppe Puglisi al pranzo nella missione Speranza e Carità con Biagio Conte e i tanti ospiti, i più semplici, gli ultimi. E poi, quell’anatema contro la mafia, forte e chiaro: “Non si può credere in Dio ed essere mafiosi”.
Quella visita è ancora ben viva nella memoria dei siciliani e dell’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, che ha ricordato così un momento toccante: “Come diceva lui, il mio cuore è per tutti, ma soprattutto per chi vive anche in uno stato di marginalità, di piccolezza. Fu lui a chiamarmi a Palermo e, prima della mia consacrazione, la prima volta che lo incontrai, mi disse: ‘Poi ti lo dirò perché ti ho chiamato a Palermo, ma tu, intanto, promettimi di rimanere quello che sei’. La sua figura sarà memoria dal sapore evangelico di tutto il suo Ministero petrino”.
Un impegno comune, dunque, quello verso i più fragili, i migranti, uomini, donne e bambini che troppo spesso hanno trovato nel Canale di Sicilia una tomba invece che un’opportunità. Un impegno ribadito anche nel viaggio a Lampedusa dove una barca è diventata simbolo, poi ripreso anche nell’enciclica Fratelli Tutti, del dolore e della speranza, come in molti altri interventi del Pontefice, intrisi del Vangelo.
“Papa Francesco – ha aggiunto ancora Lorefice – è stato per tutti – per i credenti di ogni fede, per ogni persona di buona volontà, per tutto il creato che attende gemendo il Regno di Dio –
un dono grande, in tempi così difficili a livello ecclesiale e mondiale.
Oggi possiamo dire che il Signore della storia ci ha donato Papa Francesco per custodire la Chiesa. Custodire: un verbo a lui tanto caro, fin dalla sua prima omelia. È stato per noi un novello Giuseppe, presenza vivente e immagine vibrante di Colui che è il Custode di tutti, nella vita e nella morte”.
La Chiesa di Palermo, dunque, è pronta a stringersi attorno al suo pastore per pregare per il Santo Padre. Giovedì 24 aprile, tutti i fedeli: chierici e laici, religiose e religiosi, movimenti, associazioni, gruppi, confraternite, e quanti vorranno unirsi, sono convocati alle ore 18.30 nella chiesa cattedrale di Palermo per la celebrazione eucaristica in suffragio del Santo Padre Francesco. Un segno di affetto e di profonda condivisione, in memoria di quel Pontefice che ha benedetto l’Isola, lasciando un’impronta indelebile del suo passaggio in quelle polverose strade che, da sempre, sono crocevia di popoli e simbolo di accoglienza e pace.