Leone XIV. Il card. Kikuchi racconta il Conclave

L'arcivescovo di Tokyo e presidente della Caritas Internationalis, sul suo blog personale “Diario del vescovo”, ha raccontato, in un post dal titolo "Dopo l’elezione del Papa”, la sua esperienza al Conclave, il primo al quale ha preso parte

(Foto Vatican Media/SIR)

Il card. Tarcisio Isao Kikuchi, arcivescovo di Tokyo e presidente della Caritas Internationalis, sul suo blog personale “Diario del vescovo”, ha raccontato, in un post dal titolo “Dopo l’elezione del Papa”, l’esperienza del suo Conclave, il primo al quale ha preso parte insieme all’altro cardinale giapponese Manyo Maeda, arcivescovo di Osaka-Takamatsu. Nel post pubblicato anche sul sito ufficiale della Conferenza episcopale dei vescovi nipponici, l’arcivescovo di Tokyo ha voluto condividere con i lettori sensazioni e momenti vissuti prima, durante e dopo le elezioni del nuovo Pontefice.

“Penso che sia stata una esperienza unica nella vita. Posso solo ringraziare Dio, il datore della vita, che mi ha concesso di essere presente a tali avvenimenti”. Descrivendo nel post il contesto e l’efficiente organizzazione vaticana, il card. Kikuchi non si è fatto sfuggire l’occasione di replicare alle voci di presunte interferenze e di accordi per la scelta del nome del nuovo Papa, circolate su qualche mezzo di informazione. “La realtà è solo una – ha scritto il cardinale, evidenziando la frase in grassetto -: il gruppo dei 133 cardinali si è riunito in preghiera nella Cappella Sistina, ha votato ed ha continuato a votare per individuare il successore di Pietro, che il Signore Gesù stesso aveva già scelto. Il card. Robert Francis Prevost che ha ottenuto più dei due terzi dei voti è stato eletto Papa. Questo è tutto”. Ha quindi insistito sul tema scrivendo: “Il Collegio dei cardinali ha cercato di trovare un pastore che proseguisse il percorso che Papa Francesco aveva intrapreso, cercando di portare ulteriormente avanti la riforma della Chiesa avviata dai precedenti Papi a partire dal Concilio vaticano II e che allo stesso tempo garantisse l’unità della Chiesa con un insegnamento chiaro”. Ha precisato inoltre che non si è cercato di individuare “un secondo Papa Francesco”, bensì “il Successore dell’apostolo Pietro, aperto ad adempiere ai compiti affidatigli dal Signore Gesù”. Una realtà completamente diversa da quella piena di intrighi e lotte intestine narrata nel film, tanto visto in Giappone, “Conclave”, di Edward Berger, che il card. Kikuchi ha spiegato di aver visto in aereo durante un viaggio verso l’Italia “Tutto frutto di fantasia. Non è accaduto nulla del genere. Durante i pasti – ha raccontato -, poiché con molti dei presenti non ci conoscevamo, ci scambiavamo informazioni sulle Chiese dei propri Paesi creando un clima di grande comunione”.

Il post ha presentato anche alcuni squarci della quotidianità vissuta dai 133 prelati in quel tempo così particolare. La consegna dei cellulari e di tutti i dispositivi elettronici, ritirati all’arrivo a Santa Marta, ad esempio, che, da misura per evitare contatti con l’esterno, si è trasformata in un aiuto per dedicarsi più intensamente alla preghiera: “A qualsiasi ora del giorno mi recavo nella cappella di Santa Marta per pregare – ha testimoniato il cardinale di Tokyo – trovavo altri cardinali raccolti in orazione”. Oppure il racconto dello stupore davanti agli affreschi di Michelangelo. “In attesa che tutti votassero ci siamo potuti concedere il lusso di ammirare con calma questa meravigliosa opera d’arte!”, ha ricordato l’arcivescovo. La Cappella Sistina è stata restaurata nel 1980 proprio con un finanziamento giapponese di 4,2 milioni di dollari offerto dalla rete televisiva NTV, Nippon Television, in cambio dei diritti di esclusiva per le riprese dei lavori. Infine i ringraziamenti del porporato giapponese “alle numerose persone che hanno pregato per il buon esito dell’elezione papale”, ma ancora di più la gratitudine verso il personale del Vaticano che ha assistito nei minimi dettagli il Collegio cardinalizio per tutta la durata del Conclave con il ricordo particolare del rientro definitivo a Santa Marta, a elezione conclusa: “Tutto lo staff ci aspettava in fila nell’atrio e ci ha accolto con un caloroso applauso. Dobbiamo essere grati al nostro personale”.

 

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