Giubileo delle Confraternite. Angeloni: “Espressione concreta della carità cristiana”

Nel 2020 è nato il Forum paneuropeo delle Confraternite, per volontà di Umberto Angeloni, imprenditore e confratello, che ha saputo trasformare una semplice domanda  - “Quante confraternite esistono davvero?” - in un progetto di respiro internazionale

(Foto Siciliani - Gennari/SIR)

Nel fitto calendario dell’Anno Santo, il Giubileo delle Confraternite rappresenta uno degli appuntamenti più attesi e significativi. Migliaia di confratelli e consorelle da tutta Europa hanno raggiunto Roma per un evento che vuole essere, prima di tutto, un segno visibile della vitalità della pietà popolare, della forza delle tradizioni radicate nei territori e della loro sorprendente attualità. Oggi si contano in Europa circa 28.000 Confraternite e oltre 6 milioni di iscritti, con l’Italia che da sola raccoglie circa 7.000 sodalizi e 2 milioni di membri. I dati mondiali non sono certi. Numeri impressionanti, che rendono le Confraternite la più grande e antica associazione laicale della Chiesa cattolica nel mondo. Dietro questi numeri, però, c’è una storia di volontariato, carità e testimonianza di fede, che attraversa i secoli e continua a parlare anche alle nuove generazioni. E proprio per questo, nel 2020 è nato il Forum paneuropeo delle Confraternite, per volontà di Umberto Angeloni, imprenditore e confratello, che ha saputo trasformare una semplice domanda – “Quante confraternite esistono davvero?” – in un progetto di respiro internazionale. Il Sir lo ha intervistato in occasione del Giubileo delle Confraternite per ripercorrere insieme questa esperienza e per capire quale sia il ruolo delle Confraternite nel mondo di oggi, alla luce anche dell’elezione di Papa Leone XIV.

Professor Angeloni, la sua esperienza si è incrociata con l’universo delle Confraternite dando vita a un progetto che ha valenza internazionale: il Forum paneuropeo delle Confraternite. Ci può raccontare quali sono state le motivazioni profonde che l’hanno spinta a promuovere questa iniziativa e in quale contesto è maturata l’idea di riunire sotto un unico sguardo le molteplici realtà del continente europeo?
Io provengo da un passato imprenditoriale, con una mentalità molto pragmatica. Quando nel 2018 sono entrato nella Confraternita di San Carlo Borromeo di Lugano, la prima domanda che mi sono posto è stata: quante confraternite esistono in Europa? Nessuno lo sapeva, neanche in Vaticano. Così abbiamo organizzato il primo Forum nel 2020 a Lugano, contattando federazioni nazionali e realtà diocesane. È nato così un censimento che ha rivelato l’esistenza di circa 28.000 Confraternite in Europa, con oltre sei milioni di iscritti. Parliamo della più grande associazione laicale cattolica al mondo, e anche della più antica.

Le Confraternite, con la loro storia millenaria, rischiano talvolta di essere percepite come espressioni di un passato remoto, quasi un retaggio folcloristico. Eppure, la loro funzione sociale e spirituale si dimostra, in molti contesti, più attuale che mai. A suo avviso, quali sono gli elementi che rendono le Confraternite ancora oggi una risposta viva e concreta ai bisogni dell’uomo contemporaneo?
Dire che una realtà con mille anni di storia è vecchia sarebbe come dire che la Chiesa, che ha duemila anni, è superata. La tradizione, le radici antiche, sono un valore, non un limite.

Le Confraternite si sono sempre adattate ai tempi, portando avanti opere di fede, carità e misericordia. Sono radicate nel territorio, nella cultura locale, e proprio per questo riescono a rispondere ai bisogni del presente.

Foto Calvarese/SIR

Alla luce delle sfide che il nostro tempo impone – guerre, crisi globali, tensioni sociali – quale ruolo ritiene possano svolgere le Confraternite nel tessuto civile ed ecclesiale? E in che modo queste antiche realtà possono porsi come strumenti efficaci di dialogo e di coesione in un mondo segnato dalla frammentazione?
Oggi stiamo assistendo a un risveglio della fede, soprattutto tra i giovani adulti, come dimostrano i dati di conversioni in Francia e negli Stati Uniti. Le Confraternite, con la loro capacità di fare opere concrete di carità, possono essere un punto di riferimento per questi giovani in cerca di una visione trascendente della vita. Sanno trasmettere la fede in modo pratico, attraverso l’azione.

Le Confraternite hanno inventato ospedali, scuole, oratori, hanno sempre saputo rispondere ai bisogni concreti. Questo le rende attuali anche oggi.

In un’epoca in cui le giovani generazioni sembrano talvolta disorientate e in cerca di punti di riferimento autentici, quale messaggio si sente di rivolgere ai ragazzi e alle ragazze che si avvicinano alla dimensione ecclesiale? Perché, secondo lei, l’esperienza della Confraternita può rappresentare un’occasione privilegiata di crescita umana e spirituale per i giovani di oggi?
Le Confraternite offrono un’esperienza di fede radicata nella comunità, nella cultura locale, senza steccati. Chiunque può farne parte. Non si pongono barriere e favoriscono la partecipazione attiva.

Sono luoghi dove si vive la carità, si trasmette la fede alle nuove generazioni e si risponde ai bisogni concreti del territorio.

Questo le rende attuali e necessarie. Sono uno strumento che parla il linguaggio della gente, dove si impara a vivere la fede facendo.

Il Giubileo delle Confraternite cade in un momento storico denso di significati e sfide, sotto la guida del neo eletto Pontefice Leone XIV. Quali auspici ripone in questo evento e quale contributo specifico si attende dal mondo delle Confraternite in questo particolare Anno Santo?
Mi aspetto che questo risveglio della fede, che non controlliamo e non possiamo gestire, trovi nelle Confraternite un canale naturale di espressione. In un mondo segnato da divisioni e crisi, le Confraternite possono essere strumenti di unità e carità. L’America, che è fondamentalmente cristiana, ha una forza economica e spirituale che può sostenere una nuova evangelizzazione. Il Giubileo sarà l’occasione per rilanciare questo cammino a livello globale, anche con il nuovo Pontefice Leone XIV, che arriva in un momento storico in cui c’è bisogno di ritrovare radici, comunità e senso.

(Foto Siciliani – Gennari/SIR)

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