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Il richiamo del Papa: le nostre azioni e scelte influenzano la pace e la percezione della dignità umana

In un'epoca di crescenti conflitti e sfide etiche, ancora una volta risuonano forti le parole di Papa Francesco pronunciate ieri, 8 gennaio, nel suo discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Con dolore, infatti, il Pontefice ha ancora una volta descritto un mondo frammentato da “un crescente numero di conflitti”, che di fatto configurano una sorta di “terza guerra mondiale a pezzi”. E, allargando poi lo sguardo, Papa Francesco ha voluto sottolineare un’altra essenziale condizione per la pace autentica e duratura: “il rispetto della vita, di ogni vita umana, a partire da quella del nascituro nel grembo della madre, che non può essere soppressa, né diventare oggetto di mercimonio”

(Foto Vatican Media/SIR)

In un’epoca di crescenti conflitti e sfide etiche, ancora una volta risuonano forti le parole di Papa Francesco (pronunciate ieri, 8 gennaio, nel suo discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede), richiamando tutti noi alla urgente e prioritaria responsabilità comune del costruire la pace, promuovendone i presupposti e proteggendola dalle tante minacce che quotidianamente ne minano le fondamenta. Un impegno che, alla luce della storia attuale, necessariamente comincia anzitutto dal ripudio radicale di ogni guerra e dei tanti orrori che ne derivano. Con dolore, infatti, Papa Francesco ha ancora una volta descritto un mondo frammentato da “un crescente numero di conflitti”, che di fatto configurano una sorta di “terza guerra mondiale a pezzi”. Questa pericolosa tendenza verso un conflitto globale rende indispensabile, ed insieme indifferibile, un lavoro concertato per la pace.

Allargando poi lo sguardo, Papa Francesco ha voluto sottolineare un’altra essenziale condizione per la pace autentica e duratura: “il rispetto della vita, di ogni vita umana, a partire da quella del nascituro nel grembo della madre, che non può essere soppressa, né diventare oggetto di mercimonio”. Ponendosi così nella prospettiva della riflessione bioetica, tra le tante problematiche attuali, Francesco ha voluto esprimere nuovamente la sua riprovazione morale per la pratica della maternità surrogata. “Essa – ha sottolineato il Papa – è fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre. Un bambino è sempre un dono e mai l’oggetto di un contratto”.Da qui, l’auspicio di “un impegno della Comunità internazionale per proibire a livello universale tale pratica”.

Più in generale, Papa Francesco ha voluto ribadire che “in ogni momento della sua esistenza, la vita umana dev’essere preservata e tutelata”, in particolare di fronte al “persistente diffondersi di una cultura della morte, che, in nome di una finta pietà, scarta bambini, anziani e malati”.

Il Papa, poi, ha voluto ricordare l’importanza dei diritti umani, così come sono riassunti nella semplice ed essenziale formulazione della Dichiarazione universale dei diritti umani. “Si tratta di principi razionalmente evidenti e comunemente accettati”.
Tuttavia, Francesco rileva come i tentativi compiuti negli ultimi decenni di introdurre nuovi diritti, “non pienamente consistenti rispetto a quelli originalmente definiti e non sempre accettabili”, abbiano dato adito a “colonizzazioni ideologiche”. Tra queste, il Papa ha voluto citare in particolare la cosiddetta “teoria del gender”, definendola “pericolosissima” per la sua tendenza ad eliminare le differenze naturali e fondamentali tra gli individui. “Tali colonizzazioni ideologiche – ammonisce Francesco – provocano ferite e divisioni tra gli Stati, anziché favorire l’edificazione della pace”.

Un altro passaggio del discorso del Papa ha poi avuto come oggetto la sfida educativa – soprattutto orientata ai giovani – che investe il nostro tempo, parte della quale riguarda un uso etico delle nuove tecnologie. “Esse possono facilmente diventare strumenti di divisione o di diffusione di menzogna, le cosiddette fake news, ma sono anche mezzo di incontro, di scambi reciproci e un importante veicolo di pace”.

In questo contesto, un focus specifico è stato dedicato dal Papa all’intelligenza artificiale. Per orientarne un uso che sia rispettoso dell’umano, Francesco ha ricordato che “è indispensabile che lo sviluppo tecnologico avvenga in modo etico e responsabile, preservando la centralità della persona umana, il cui apporto non può né potrà mai essere rimpiazzato da un algoritmo o da una macchina. La dignità intrinseca di ogni persona e la fraternità che ci lega come membri dell’unica famiglia umana devono stare alla base dello sviluppo di nuove tecnologie e servire come criteri indiscutibili per valutarle prima del loro impiego, in modo che il progresso digitale possa avvenire nel rispetto della giustizia e contribuire alla causa della pace”.

Papa Francesco, comunque, non si è limitato soltanto ad una denuncia dei problemi contemporanei, ma ha voluto anche rinnovare l’invito accorato a costruire la pace attraverso il dialogo, il rispetto reciproco e la comprensione, mantenendo un impegno attivo per il benessere comune e il rispetto della dignità umana.

In sintesi, le parole di Papa Francesco sono un richiamo a riconsiderare le nostre priorità e valori in un mondo in rapido cambiamento. Esse ci invitano a riflettere su come

le nostre azioni e scelte influenzino la pace e la percezione della dignità umana.

Dunque, rispetto, comprensione reciproca e amore universale devono rimanere i principi di riferimento che, tradotti in pratica col supporto della riflessione etica, devono guidarci nell’affrontare con speranza le grandi sfide del nostro tempo.

Nell’era della tecnologia e dell’innovazione, il cuore dell’umanità e il rispetto per la vita umana restano i pilastri fondamentali su cui costruire un futuro di pace e armonia per tutti.

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