Alluvione a Ischia. Mons. Baturi: “Bisogna costruire insieme. Come Chiesa ci siamo”

Durante la visita, martedì 3 gennaio, l’arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei, insieme al direttore di Caritas Italiana, don Marco Pagniello, ha incontrato la comunità di Casamicciola. A causa della frana sono morte 12 persone e centinaia sono gli sfollati. “Mons. Baturi ha voluto ascoltare ognuna delle persone che ha incontrato”, racconta al Sir il parroco

(Foto: Cei)

Curare le ferite della popolazione con la preghiera e il sostegno concreto. Questo il senso della visita a Ischia che mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei, ha compiuto martedì 3 gennaio, insieme al direttore di Caritas Italiana, don Marco Pagniello, per incontrare la comunità dopo la frana dello scorso 26 novembre che ha causato 12 morti e centinaia di sfollati nel comune di Casamicciola, sull’isola di Ischia.

“Siamo qui – ha affermato mons. Baturi – per manifestare la prossimità di tutta la Chiesa alla popolazione, a quanti soffrono per una ferita gravissima, a chi ha perduto, a causa di un evento così tragico, i propri cari, le proprie case. Siamo qui anche per verificare quali sono i bisogni più immediati e quelli di prospettiva, per essere concreti nella solidarietà e nella vicinanza. Non è possibile pensare il futuro senza un dialogo con la popolazione, senza ascoltare, nella distinzione dei ruoli, ma anche nella chiarezza delle informazioni. Non bisogna sottovalutare che chi vive nella propria carne i disagi spesso individua con più facilità anche le soluzioni. Accanto a questo diritto di fare proposte, c’è poi quello a denunciare, ad alzare la voce se necessario”. Mons. Baturi ha evidenziato: “Bisogna costruire insieme. Ho visto gente spalare, costruire rifugi: questo è il simbolo di chi non vuole essere solo destinatario dell’aiuto, ma si mette a lavorare. Questo presuppone uno stare insieme: il momento più delicato è quando si ricomincia, quando si fanno progetti e aiutarsi vicendevolmente è una forza.

Come Chiesa ci siamo, vogliamo esserci,

promuovendo incontri, dando la nostra solidarietà al vescovo e alla popolazione, attivando processi di informazione. Questa è la prima visita, non ne mancheranno altre”.

(Foto: Cei)

Dopo aver espresso vicinanza nell’immediato al vescovo, mons. Gennaro Pascarella, la Cei ha continuato ad accompagnare – in particolare tramite Caritas Italiana – la Chiesa locale e i tanti volontari che si sono mobilitati sin dalla prima fase dell’emergenza, per liberare le strade dal fango, accogliere gli sfollati, fornire generi di prima necessità, offrire un servizio di ascolto, sostegno morale e psicologico alle famiglie sfollate e in particolare ai più fragili. Già lo scorso 2 dicembre don Pagniello era stato sull’isola per testimoniare vicinanza e fare il punto con la Chiesa locale sugli interventi. In stretto contatto con la delegazione regionale e con la Caritas diocesana, Caritas Italiana prosegue nell’impegno di restare accanto a quanti hanno perso familiari e amici e anche la propria casa o il proprio lavoro. “Segno di speranza – ha ribadito il direttore di Caritas Italiana – è la grande mobilitazione e la partecipazione della popolazione locale, che, pur nel dolore, con responsabilità si è dimostrata capace di grande solidarietà e va ora incoraggiata e sostenuta in questa delicata fase di ripartenza e di ricostruzione, perché nessuno sia lasciato indietro e soprattutto vi sia concretezza, trasparenza e certezza nei tempi”.

(Foto: Cei)

“Appena arrivato, intorno alle 10,15, mons. Baturi si è fermato a piazza Maio, dove ha incontrato le persone che erano presenti – dice al Sir il parroco di Santa Maria Maddalena a Casamicciola, don Gino Ballirano -. Poi, accompagnato dai vigili del fuoco e insieme al vescovo Pascarella, alla Caritas diocesana, ad alcuni volontari della Caritas, al commissario prefettizio di Casamicciola, ha visitato i luoghi della frana. In particolare, siamo andati a nella zona che noi chiamiamo ‘Gradoni’, in napoletano ‘Rarone’, nella zona del Celario: lì, insieme con i vigili del fuoco, il segretario generale della Cei ha potuto vedere tutta la zona colpita dall’alluvione e dalla frana”. Dopo questo momento, prosegue il sacerdote, “mons. Baturi e don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, hanno incontrato gli sfollati del Rarone e del Celario all’Hotel Michelangelo”.

“È stato molto bello – commenta don Gino – per la capacità di ascolto dell’arcivescovo, che ha voluto conoscere ciascuna persona, sentire da ognuno le problematiche che sta affrontando, ha davvero ascoltato tutti. C’era la commissaria prefettizia e ha incoraggiato sempre a dialogare con le istituzioni e a vedere il ruolo della Chiesa come interlocutore che aiuta, che si affianca alle persone per presentare alle istituzioni i problemi. Da questa tragedia è nato un frutto prezioso per me come prete: sto vivendo un’esperienza di una Chiesa veramente vicinissima. E questa vicinanza è percepita da tutti: le persone hanno grandissima fiducia nella Chiesa. Di qui la richiesta all’arcivescovo di essere accompagnate, di non essere lasciate sole e la promessa di mons. Baturi che non solo la Chiesa italiana resterà al loro fianco, ma anche che ci saranno nuove visite”. Il parroco racconta anche un aneddoto: “Qualcuno, a questo punto, ha detto che ci saremmo ritrovati a Ischia e gli avremmo offerto una pizza e mons. Baturi ha risposto: ‘Ci conto’. Questo per dire il legame che il segretario della Cei è riuscito a creare in questa sua visita qui.

È nata una sinergia tra il popolo e la Chiesa”.

Don Ballirano ricorda che l’arcivescovo di Cagliari ha sottolineato “l’importanza che i cittadini siano informati di quanto si farà, dopo essere stati ascoltati, e la necessità di stimolare le istituzioni se alcuni bisogni dei cittadini non fossero soddisfatti”. La visita del segretario generale della Cei si è conclusa dopo le 16.

(Foto: parrocchia Santa Maria Maddalena di Casamicciola)

Domenica 1° gennaio il vescovo di Ischia e di Pozzuoli, mons. Gennaro Pascarella ha presieduto la messa nella parrocchia di Santa Maria Maddalena, a Casamicciola, durante la quale è stata consacrata la comunità parrocchiale alla Madre di Dio, e ha ricordato i morti per la frana, ponendo tra le mani della statua della Madonna una chiave d’oro con incisi i nomi delle 12 vittime dell’alluvione. “La Madre di Dio ci porterà a Gesù, che è la nostra pace”, commenta il parroco.

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