Papa all’udienza: “L’amore di Dio non è un buonismo ipocrita che nasconde la ricerca dei piaceri e delle comodità”

Per l’ultima udienza generale dell’anno, Francesco ha incentrato la sua meditazione sul tema “Il Natale con San Francesco di Sales”. E ha ricordato che il trono di Gesù è la mangiatoia, le strade che ha percorso predicando e la croce. Un pensiero alla martoriata Ucraina e al Papa emerito Benedetto, per il quale ha chiesto di pregare

foto SIR/Marco Calvarese

La mangiatoia dove è stato poggiato appena nato, le strade su cui ha predicato e la croce su cui è morto per noi. Questo è il trono di Gesù. Lo ha evidenziato Papa Francesco, nella sua meditazione nell’ultima udienza generale dell’anno, mercoledì 28 dicembre, nell’Aula Paolo VI. Meditazione che ha incentrato sul tema “Il Natale con San Francesco di Sales”. Oggi, infatti, ha ricordato il Pontefice, ricorre il quarto centenario della morte di San Francesco di Sales, vescovo e dottore della Chiesa, che “ha scritto tanto sul Natale”.

Rifacendosi a quanto scriveva San Francesco di Sales sul trono di Gesù, la mangiatoia, il Papa ha osservato: “È bello quello che diceva. Gesù, il Re dell’universo, non si è mai seduto su un trono, mai: è nato in una stalla, lo vediamo così rappresentato, avvolto in fasce e adagiato in una mangiatoia; e alla fine è morto su una croce e, avvolto in un lenzuolo, è stato deposto nel sepolcro”. In effetti, “l’evangelista Luca, raccontando la nascita di Gesù, insiste molto sul particolare della mangiatoia. Questo vuol dire che esso è molto importante non solo come dettaglio logistico, ma come elemento simbolico per capire che genere di Messia è Colui che è nato a Betlemme, che genere di Re, chi è Gesù. Guardando la mangiatoia, guardando la croce, guardando la sua vita, la semplicità, possiamo capire chi è Gesù. Gesù è il Figlio di Dio che ci salva facendosi uomo, come noi, spogliandosi della sua gloria e umiliandosi (cfr Fil 2,7-8). Tale mistero noi lo vediamo concretamente nel punto focale del presepe, cioè nel Bambino che giace in una mangiatoia. Questo è ‘il segno’ che Dio dà a Natale”.

Il “segno” della mangiatoia “ci mostra lo ‘stile’ di Dio, qual è lo stile di Dio? Non dimenticarlo mai: lo stile di Dio è vicinanza, compassione e tenerezza – ha spiegato il Pontefice -.

Il nostro Dio è vicino, compassionevole e tenero. In Gesù si vede lo stile di Dio”.

“Con questo suo stile, Dio ci attira a sé. Non ci prende con la forza, non ci impone la sua verità e la sua giustizia, non fa proselitismo con noi – ha sottolineato Francesco -. Vuole attirarci con l’amore, con la tenerezza, con la compassione”. Il Santo Padre ha precisato: “Dio ha trovato il mezzo per attirarci comunque siamo: con l’amore. Non un amore possessivo ed egoistico, come purtroppo è tanto spesso l’amore umano. Il suo amore è puro dono, pura grazia, è tutto e solo per noi, per il nostro bene. E così ci attira, con questo amore disarmato e anche disarmante”. Perché, ha aggiunto Francesco, “quando vediamo questa semplicità di Gesù, anche noi buttiamo fuori le armi della superbia e andiamo lì umili a chiedere salvezza, a chiedere perdono, a chiedere luce per la nostra vita, per poter andare avanti… Non dimenticatevi del trono di Gesù: la mangiatoia e la croce, questo è il trono di Gesù”.

Un altro aspetto che risalta nel presepe è “la povertà”, perciò il Papa ha ammonito: “Stiamo attenti a non scivolare nella caricatura mondana del Natale, questo è un problema perché Natale è questo, ma oggi vediamo che c’è un altro Natale che è la caricatura mondana del Natale che riduce il Natale a una festa consumistica e sdolcinata. Ci vuole fare festa, ci vuole, ma questo non sia Natale”. Il Santo Padre ha chiarito: “Natale è un’altra cosa, l’amore di Dio non è mieloso, ce lo dimostra la mangiatoia di Gesù.

L’amore di Dio non è un buonismo ipocrita che nasconde la ricerca dei piaceri e delle comodità.

I nostri vecchi che avevano conosciuto la guerra e anche la fame lo sapevano bene: il Natale è gioia e festa, certamente, ma nella semplicità e nell’austerità”.

Infine, un invito a “non desiderare nulla e non rifiutare nulla, accettare tutto quello che Dio ci manda”. Ma, ha avvertito il Santo Padre, “attenzione! Sempre e solo per amore, perché Dio ci ama e vuole sempre e solo il nostro bene. Guardiamo la mangiatoia che è il trono di Gesù, vediamo Gesù sulle strade della Giudea e della Galilea, predicando il messaggio del Padre, e guardiamo Gesù sull’altro trono, sulla croce. Questo è quello che ci offre Gesù, la strada, ma questa è la strada della felicità”.

Non poteva mancare un pensiero al dramma della guerra in Ucraina nelle parole del Papa. Al momento dei saluti ai pellegrini polacchi, il Pontefice ha ringraziato “il popolo della Polonia per tutto l’aiuto che dà al popolo ucraino”. E nei saluti in italiano ha auspicato che il Bambino di Betlemme “conceda alla martoriata Ucraina, oppressa dalla brutalità della guerra, il sospirato dono della pace”.
Sempre nei saluti in italiano Francesco ha rivolto un pensiero in particolare a Benedetto XVI:“Vorrei chiedere a tutti voi una preghiera speciale per il Papa emerito Benedetto, che nel silenzio sta sostenendo la Chiesa. Ricordarlo: è molto malato chiedendo al Signore che lo consoli e lo sostenga in questa testimonianza di amore alla Chiesa fino alla fine”.

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