Non lasciamoli soli: uniti possiamo!

#UnitiPossiamo: la campagna Cei per il sostentamento dei sacerdoti di questo 2022 è tutta incentrata sul tessuto comunitario di cui i nostri sacerdoti hanno bisogno. Ce ne parla Massimo Monzio Compagnoni, responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica

(Foto Uniti nel dono)

Non abbiamo bisogno di preti eroi. Questo è il primo messaggio che desideriamo far passare attraverso la campagna mediatica di quest’anno per sensibilizzare alle offerte per i sacerdoti.
Non vogliamo raccontare il prete come un uomo solo al comando. Anzi: è proprio il contrario! Il ruolo del sacerdote ha senso solo in relazione alla comunità che gli è affidata e alla quale egli è affidato. Una reciproca consegna di affetto, di cure, di legami e anche di attenzioni materiali.
La maggior parte dei sacerdoti si spendono h24 e 7 giorni su 7, senza risparmiarsi. Chi condivide con loro la vita della comunità se ne accorge, e capisce che è giusto metterci del proprio per sostenerli, affiancarli, accompagnarli.

Questa consapevolezza era nello spirito delle novità introdotte dal nuovo Concordato del 1984 e accolte dallo Stato italiano con la legge 222 del 1985.

Per questo dal 1989 esistono 8xmille e offerte, per permettere alla Chiesa di mantenersi e di continuare a lavorare per il bene dell’intera comunità.
Non solo l’8xmille (le cui firme sono peraltro fondamentali, lo sappiamo bene) ma anche le offerte deducibili, che sono il segno più tangibile ed evidente della partecipazione personale, anche economica, alla vita della Chiesa. La firma per l’8xmille, infatti, non costa nulla. Le offerte deducibili per i sacerdoti invece sono frutto di scelte e incidono sulle spese delle nostre famiglie, peraltro in un momento in cui tutti – lo sappiamo bene – stiamo affrontando congiunture non semplici.
Le offerte, come prevede la legge, sono deducibili dal proprio reddito complessivo, ai fini del calcolo dell’Irpef e delle relative addizionali, fino ad un massimo di 1032,91 euro annui. Ma il gesto di fare quell’offerta è un segno potente di partecipazione e di comunione, di fiducia e di speranza.
Non conta quanto doniamo, ma il gesto di farlo! È un segno che insieme alla scelta di firmare per l’8xmille alla Chiesa cattolica permette alle nostre comunità di continuare ad essere segni di speranza e di fraternità per tutta la società e ai nostri sacerdoti di poter vivere in modo dignitoso.
Quest’anno, per la campagna, abbiamo raccolto alcune testimonianze di donatori, di età e provenienze diverse, tutte però accomunate dalla stessa passione. Sono le voci e i volti di Gemma e Luca, Emanuele e Lucia, Francesco e Donatella, Rodolfo, Emanuela e Alice. Le trovate nella pagina https://www.unitineldono.it/unitipossiamo/, insieme allo spot di quest’anno e ad alcune bellissime foto di vita comunitaria.

È la storia che continuiamo a scrivere, giorno dopo giorno, nelle 26.000 parrocchie italiane, dove si spendono le vite dei quasi 33.000 sacerdoti che le offerte contribuiscono a sostenere. Alcune centinaia di loro sono inviati in missione come fidei donum, per annunciare il Vangelo nei paesi più poveri del mondo. Quasi 3.000, per ragioni anagrafiche, sono in pensione, anche se dalla vocazione sacerdotale in pensione non si va mai, come del resto dal matrimonio o dalla vita cristiana in senso lato.​
Non perdiamo l’occasione di dare il nostro personale contributo in questo impegno condiviso. Poco, magari, non importa, ma in tanti: questo desideriamo e questo ci prefiggiamo con il nostro lavoro di quest’anno.

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