Tutela dei minori. P. Sabbarese: “Il percorso di giustizia ha bisogno di operatori validi e qualificati”

Nel discorso del 29 aprile 2022 alla Pontificia commissione per la tutela dei minori, il Papa ha auspicato che “la tutela e la cura delle persone che hanno subito abusi diventi norma in ogni ambito della vita della Chiesa”. L’auspicio del Pontefice si pone in continuità con l’esigenza di accompagnare le vittime non solo in un cammino di guarigione ma anche in un percorso di giustizia, come già indicava l’art. 2 del motu proprio "Vos estis lux mundi". In tal senso, la Chiesa italiana si deve dotare di specifici percorsi formativi, di aggiornamento e di qualificazione di personale specializzato a disposizione delle diocesi e degli Istituti di vita consacrata

foto SIR/Marco Calvarese

Nel discorso del 29 aprile 2022 alla Pontificia commissione per la tutela dei minori, il Papa ha auspicato che “la tutela e la cura delle persone che hanno subito abusi diventi norma in ogni ambito della vita della Chiesa”.
L’auspicio del Pontefice si pone in continuità con l’esigenza di accompagnare le vittime non solo in un cammino di guarigione, ma anche in un percorso di giustizia, come già indicava l’art. 2 del motu proprio Vos estis lux mundi.
Il percorso di giustizia ha bisogno di operatori validi e qualificati, la cui opera si rende necessaria già nella delicata fase preprocessuale dell’indagine previa: momento di alto discernimento e di massima prudenza, a partire dal quale si può determinare la sorte delle presunte vittime e dei presunti abusatori.
In ambito canonico, abbiamo bisogno di persone ben preparate non solo per condurre correttamente i processi penali, ma che per le indagini previe.
In tal senso, la Chiesa italiana si deve dotare di specifici percorsi formativi, di aggiornamento e di qualificazione di personale specializzato a disposizione delle diocesi e degli Istituti di vita consacrata. Attraverso tali percorsi c’è da augurarsi che si formino più operatori della giustizia canonica, più operatori preparati in ambito penale, giungendo magari a istituire sezioni dedicate ai processi penali presso alcuni tribunali ecclesiastici già operanti.

Con un’adeguata formazione, unitamente alla capacità di sano discernimento sia nell’indagine previa, sia nel processo penale, è possibile arrivare a fare piena luce nelle diverse situazioni, così da perseguire correttamente gli abusatori e, allo stesso tempo, riconoscere e sgonfiare eventuali accuse infondate.
La preparazione degli operatori costituisce una forma di prevenzione e di tutela delle vittime, in quanto assicura un corretto esercizio della giustizia, a vantaggio di tutti.

Non affrontare questa sfida in maniera efficace e appropriata potrebbe segnalare una certa forma di clericalismo, che contribuisce purtroppo a perpetuare nella compagine ecclesiale quello stile di (abuso di) potere che è tanto alieno dall’idea di ministero.

(*) CS, ordinario di Diritto matrimoniale nella Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università Urbaniana; giudice esterno del Tribunale di prima istanza del Vicariato di Roma; membro del Consiglio di presidenza del Servizio nazionale Tutela Minori

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