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Papa Francesco: “Non dimenticare il tempo e il modo in cui Dio è entrato nella nostra vita”

Continuando il ciclo di catechesi dedicato alla lettera ai Galati, il Pontefice ha ripercorso la storia di san Paolo, ricordando che "il primato della grazia cambia i cuori e la vita"

foto SIR/Marco Calvarese

Da persecutore ad apostolo, un “impressionante contrasto” nella vita di san Paolo, segnata da quell’incontro con la grazia, in cui “Dio ha cambiato l’esistenza”. C’è un processo, un percorso di cambiamento, che emerge dalla storia e dalla testimonianza nella lettera ai Galati al centro della catechesi di oggi di Papa Francesco, durante l’udienza generale nel cortile di San Damaso. Il Pontefice ha incentrato la sua meditazione sul tema: “Paolo vero apostolo”.
Ricordando che “il nocciolo della diatriba suscitata è quello della circoncisione”, cioè “la principale tradizione giudaica”, il Pontefice ha poi sottolineato che “Paolo sceglie la strada di andare più in profondità”.

“Non si ferma alla superfice dei problemi, dei conflitti, come spesso siamo tentati di fare noi per trovare subito una soluzione che illude di mettere tutti d’accordo con un compromesso. Paolo ama Gesù e sa che Gesù non è un uomo, un Dio di compromessi”.

Quindi, l’invito a “ribadire la novità del Vangelo per costruire la vera identità su cui fondare la propria esistenza”.

L’impressionante contrasto. Raccontando la propria conversione, Paolo – ha osservato il Papa – “mette così in evidenza la verità della sua vocazione attraverso l’impressionante contrasto che si era venuto a creare nella sua vita: da persecutore dei cristiani perché non osservavano le tradizioni e la legge, era stato chiamato a diventare apostolo per annunciare il Vangelo di Gesù Cristo”. Una storia alla luce della quale “Paolo è pieno di meraviglia e di riconoscenza”. Nelle parole del Papa i due estremi: “Era stato educato fin da ragazzo per essere un irreprensibile osservante della Legge mosaica, e le circostanze lo avevano portato a combattere i discepoli di Cristo”. Ma poi è successo qualcosa di inaspettato: “Dio, con la sua grazia, gli aveva rivelato suo Figlio morto e risorto, perché lui ne diventasse annunciatore in mezzo ai pagani”.

L’imperscrutabilità delle strade del Signore. Il Papa lo ha esclamato: “Come sono imperscrutabili le strade del Signore!”. Con un’avvertenza: “Ripensare ai momenti in cui il Signore ci ha chiamato”. Il Pontefice, negli ultimi passaggi della catechesi, ha chiesto di “mai dimenticare il tempo e il modo in cui Dio è entrato nella nostra vita”, “tenere fisso nel cuore e nella mente quell’incontro con la grazia, quando Dio ha cambiato la nostra esistenza”. L’attenzione si è poi focalizzata su una domanda: “Com’è possibile che Dio si serva di un peccatore, di una persona fragile e debole, per realizzare la sua volontà?” “Eppure – ha risposto Francesco -, non c’è nulla di casuale, perché tutto è stato preparato nel disegno di Dio. Lui tesse la nostra storia e, se noi corrispondiamo con fiducia al suo piano di salvezza, ce ne accorgiamo”.
Nelle parole di Papa Francesco, la consapevolezza che “la chiamata di Dio comporta sempre una missione a cui siamo destinati”. “Per questo, ci viene chiesto di prepararci con serietà, sapendo che è Dio stesso che ci invia e sostiene con la sua grazia”. Infine, l’invito a lasciarsi “condurre da questa consapevolezza”:

“Il primato della grazia trasforma l’esistenza e la rende degna di essere posta al servizio del Vangelo. Il primato della grazia copre tutti i peccati: cambia i cuori, cambia la vita, ci fa vedere strade nuove”.

Il pianto della Madonna di Klokočov e il valore dell’estate. Nei saluti ai pellegrini presenti, Papa Francesco si è rivolto ai partecipanti al pellegrinaggio di ringraziamento dell’Eparchia di Košice, “che celebra il 350° anniversario del pianto miracoloso dell’icona della Madonna di Klokočov”, guidati dal loro arcivescovo monsignor Cyril Vasiľ. “Questa celebrazione della Madre di Dio – è il suo auspicio – rinnovi nel vostro popolo la fede e il senso vivo della sua intercessione nel vostro cammino”. A tutti, il Ponteficeha ha ribadito l’augurio che “che il periodo estivo sia occasione per approfondire la propria relazione con Dio e seguirlo più liberamente sul sentiero dei Suoi comandamenti”.

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