Nella cattedrale di San Michele Arcangelo, ad Albenga, domenica 28 dicembre, il vescovo Guglielmo Borghetti ha presieduto la messa per la chiusura del giubileo a livello diocesano, concelebrata con il clero diocesano, alla quale hanno partecipato molti fedeli provenienti dai vari centri della diocesi.
Il Giubileo è stato vissuto intensamente nella diocesi: dalle iniziative di singole parrocchie e gruppi, alle giornate di categorie ecclesiali specifiche fino al pellegrinaggio giubilare diocesano, nessuno è rimasto estraneo a un evento così speciale. Da molti i frutti del giubileo sono stati vissuti a livello personale, vista la dimensione spirituale di questo momento, anche se poi ciò si rivela anche nelle relazioni in parrocchia o tra le parrocchie che collaborano a livello pastorale.
Nella sua omelia, mons. Borghetti ha ricordato che “nella nostra Cattedrale, chiesa madre della diocesi, celebriamo oggi un duplice dono: la Festa della Santa Famiglia e la conclusione del Giubileo 2025. La Parola di Dio ci conduce a Nazaret, ma passando per una strada inattesa: quella della fuga, della paura, dell’esilio. Il Vangelo di Matteo (Mt 2,13-15.19-23) ci mostra la Santa Famiglia non in un clima idilliaco, ma in una storia segnata da precarietà e minaccia. Ed è proprio lì che si rivela la grandezza di San Giuseppe, custode del divino”. “In questa celebrazione solenne, – ha continuato Borghetti – riconsegniamo al Signore il cammino giubilare. Lo facciamo guardando alla Santa Famiglia come icona della nostra comunità ecclesiale, modello per la nostra Chiesa diocesana. Come Giuseppe, vogliamo essere una Chiesa che ascolta e custodisce la Parola. Come Maria, una Chiesa che accoglie e medita nel cuore le meraviglie di Dio. Come Gesù, una Chiesa che cresce nella grazia e nella verità. Come la Santa Famiglia, un luogo di educazione permanente alla ‘alla mai compiuta formazione all’intelligenza del Vangelo’ (San Paolo VI), alla piena maturità di Cristo in noi, è ‘la scuola di Nazaret’”.