Diocesi: Latina, il vescovo Crociata chiude il Giubileo e consegna la lettera pastorale

Nella cattedrale di San Marco, a Latina, il vescovo Mariano Crociata ha presieduto la messa per la chiusura del giubileo a livello diocesano, concelebrata dal resto del clero diocesano, cui hanno partecipato quasi mille fedeli provenienti dai vari centri della diocesi pontina.
Nella sua omelia, mons. Crociata ha ricordato che “il giubileo è stato vissuto intensamente nella nostra diocesi: dalle iniziative di singole parrocchie e gruppi, alle giornate di categorie ecclesiali specifiche fino al pellegrinaggio giubilare diocesano, nessuno è rimasto estraneo a un evento così speciale”. Da molti i frutti del giubileo sono stati vissuti a livello personale, vista la dimensione spirituale di questo momento, anche se poi ciò si rivela anche nelle relazioni in parrocchia o tra le parrocchie che collaborano a livello pastorale. “Ma infine c’è un risvolto sociale e, oserei dire, politico che il rinnovamento giubilare richiede. Ci sono stati dei segni in tal senso, ma la nostra responsabilità verso e dentro la comunità civile chiede ancora un lungo cammino da fare”, ha ricordato Crociata.
Considerata anche la concomitanza della festa della Sacra Famiglia, che ricorreva ieri, sempre Crociata ha invitato ad assumersi una responsabilità ben precisa: “Come comunità ecclesiale abbiamo il compito di prenderci cura, spiritualmente e pastoralmente, delle persone a partire dalla famiglia, dalla sua preparazione fino alla sua formazione, e nel corso della vita con lo svolgimento dei suoi compiti a favore della vita, dell’accoglienza reciproca nell’amore, del servizio e dell’impegno nella società di tutti”. Un compito che va declinato almeno in tre prospettive. La prima riguarda tutta l’opera pastorale ordinaria di preparazione al matrimonio e alla famiglia, come pure di accompagnamento al battesimo, alla crescita, alla celebrazione dei sacramenti; ma riguarda anche il sostegno possibile alle famiglie in difficoltà, personalmente o in parrocchia, o ancora con il servizio diocesano di ascolto “Il Pozzo” e il Consultorio familiare diocesano. Una seconda prospettiva è quella educativa delle nuove generazioni, che ha un versante ecclesiale, e un versante sociale e civile a partire dalla scuola, con la quale la collaborazione, nel rispetto delle autonome competenze, dovrebbe essere offerta molto di più e meglio di quanto già non avvenga. Una terza prospettiva riguarda la solidarietà e il sostegno alle situazioni personali e familiari di fragilità, iniziando dal sostentamento materiale o economico.
Al termine, invece, sempre monsignor Crociata ha voluto consegnare prima al clero e poi all’uscita ai fedeli presenti una copia della Lettera pastorale 2025/2026 “Attirerò tutti a me”, con la quale offre una riflessione come frutto del giubileo.

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