“Vorrei tanto che questa celebrazione rafforzasse in voi questa fede nella presenza di Dio e vi portasse perciò tanta speranza. Una fede e una speranza basate su un amore che, nonostante tutto, avete sperimentato e mi auguro ancora sperimentiate in voi e attorno a voi”. Lo ha detto l’arcivescovo di Gorizia, mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, celebrando ieri la messa di Natale nel cortile di una casa colpita dall’alluvione che il 17 novembre ha messo in ginocchio Versa. “Un Natale un po’ diverso anzitutto per voi oltre che per me, abituato a celebrarlo ormai da diversi anni a Gorizia nella chiesa di Sant’Ignazio. Un Natale che non si festeggia in chiesa, ma all’aperto, in un luogo che porta ancora i segni dell’alluvione di più di un mese fa”, ha esordito il presule nell’omelia. “In un paese, quindi, ferito, con persone e famiglie che vivono ancora una situazione di precarietà e di preoccupazione come purtroppo avviene ancora, non molto distante da qui, a Brazzano e nelle località vicine”, ha proseguito mons. Redaelli, auspicando che rimanga “sempre forte il senso di riconoscenza verso chi vi ha aiutato, anche tra di voi reciprocamente e non solo da parte di chi è venuto dall’esterno”. “Mi piacerebbe tornare presto qui da voi per celebrare nella vostra chiesa rimessa a nuovo e in un paese tornato alla normalità”, ha aggiunto l’arcivescovo: “Vorrei che quanto è successo vi portasse a essere una comunità ancora più unita, più solidale, più accogliente e che questo restasse anche superata la fase di emergenza e di riparazione”. Al termine della celebrazione è stato consegnato il premio Cûr e Paîs 2025 all’intera comunità.