Intelligenza artificiale: Buoncompagni (Univ. Macerata), “viviamo in una società delle allucinazioni”

(Foto Radio Nuova Macerata)

“Viviamo in una società delle allucinazioni, in cui diventa difficile distinguere ciò che è vero da ciò che è soltanto verosimile”. Lo ha detto Giacomo Buoncompagni, ricercatore e docente di sociologia dei media dell’Università di Macerata, intervenendo al convegno “IA. Un territorio da esplorare tra confini e sconfinamenti”, in corso nell’auditorium del Disum al Monastero dei Benedettini e promosso da Aiart con l’Università di Catania, Meter e la diocesi. Il relatore ha spiegato che la diffusione dell’immagine nota come “Papa Balenciaga” ha mostrato “la credibilità estetica dei contenuti sintetici” e il rischio di una realtà “costruita da simulazioni che precedono l’esperienza”. Ha osservato che con i sistemi generativi “non si rappresenta più, si genera”: testi, immagini e video non derivano da un fatto, ma da “modelli probabilistici costruiti su miliardi di dati” che producono versioni alternative dei fenomeni. Buoncompagni ha richiamato i deepfake politici, come l’audio falsificato diffuso in Slovacchia, per mostrare che “un’allucinazione tecnologica può diventare un fatto sociale”, perché ciò che è falso “produce comunque effetti reali”. Quindi ha citato anche casi di notizie inventate da sistemi automatici, che segnalano “la tensione tra efficienza tecnica e verità sociale”. Riprendendo la riflessione di Couldry e Hepp, Buoncompagni ha indicato nella “mediatizzazione profonda” il segno del passaggio in atto: “Le tecnologie non si limitano più a mediare la realtà, ma la costituiscono”. Da qui l’invito a ridefinire criteri di autenticità e fiducia nell’ecosistema digitale.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Diocesi