L’iniziativa della società civile “Kindertafel” (Tavola dei bambini) prosegue i suoi sforzi per migliorare la protezione dei minori all’interno della Chiesa cattolica e in altri ambiti della società ungherese. Giovedì 13 novembre, il gruppo di lavoro ha tenuto una conferenza presso l’Università di Teologia per Ordini religiosi Sapientia di Budapest per avviare un ampio dialogo pubblico sulle esperienze internazionali in materia di protezione dei minori, con particolare attenzione a Francia, Germania e Polonia, con la partecipazione di responsabili della protezione dei minori di diocesi, ordini religiosi e esperti non ecclesiastici. L’obiettivo è quello di aprire il dialogo alla comunità civile, accademica e professionale per una riflessione comune sulla protezione dei minori, la trasparenza e la responsabilità della Chiesa, ha spiegato all’agenzia di stampa Kathpress l’arciabate di Pannonhalma, Cirill Hortobagyi: “Abbiamo bisogno di stimoli esterni e delle intuizioni oggettive degli esperti per poter andare oltre una prospettiva ristretta. Ma gli esperti hanno bisogno anche della prospettiva interna della Chiesa: solo così può venirne fuori qualcosa di buono”, ha affermato l’arciabate , che è membro della piattaforma “Tavola dei bambini”. Tibor Görföl, teologo e membro del gruppo di lavoro, ha sottolineato che affrontare il problema degli abusi sui minori nell’Europa centrale e orientale è particolarmente complesso e difficile da gestire, poiché anche il contesto sociale e storico è impegnativo: esiste una “reazione difensiva irrazionale”, secondo la quale qualsiasi discussione sui problemi interni alla Chiesa viene percepita da molti come un attacco alla Chiesa stessa. Per quanto riguarda la situazione della tutela dei minori all’interno della Chiesa in Ungheria, Hortobagyi e l’ex Provinciale francescano, fra Benedek Dobszay, hanno spiegato che la “Tavola dei bambini”, fondato all’inizio del 2025, si è posto il compito di influenzare sia la società che la Chiesa. La sua caratteristica unica risiede nel riunire esperti ecclesiastici e laici – tra cui giornalisti, avvocati per i diritti dei minori, scienziati sociali, dirigenti scolastici e vittime – in modo da poter considerare diverse prospettive. L’obiettivo è sensibilizzare e generare attenzione pubblica. Dobszay non può dire se verrà effettivamente prodotto un rapporto nazionale: “Ci siamo avvicinati a questo obiettivo, ma non sono eccessivamente ottimista”, perché il “quadro irrazionale” derivante dal passato influenza la risposta della Chiesa in tutta l’Europa centrale e orientale. Questo non cambierà dall’oggi al domani, ma è necessario un lavoro continuo.