Usa-Venezuela: Stati Uniti lanciano operazione “Lancia del Sud”. Rubio attacca i Paesi europei. Jiménez Sandoval (attivista per i diritti umani), “importante la reazione dell’Europa”

Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Pete Hegseth, ha annunciato ieri l’avvio dell’operazione militare denominata “Southern Spear” (Lancia del Sud), incentrata contro il narcotraffico. In un messaggio sul social network X, Hegseth ha spiegato che l’operazione sarà guidata da un gruppo di lavoro congiunto specifico e dal Comando Sud, che comprende le operazioni militari statunitensi in Sud America, America Centrale e Caraibi. Venti di guerra sempre più forti, dunque, nel mar dei Caraibi, dopo l’arrivo della più grande portaerei degli Stati Uniti, la Uss Gerald R. Ford. L’attenzione è su possibili ulteriori interventi contro il Venezuela di Nicolás Maduro, vicino alle cui acque Washington mantiene dallo scorso agosto uno schieramento navale e aereo con la motivazione di combattere il traffico di droga. Scelte che hanno suscitato le critiche non solo di Russi e Cina, storici alleati di Caracas, ma anche di organismi internazionali e degli stessi Paesi europei, a partire dal Regno Unito. Maduro, nel frattempo, ha annunciato martedì un nuovo dispiegamento militare in tutto il territorio con 200.000 militari per difendersi, secondo le parole del ministro della Difesa, Vladimir Padrino López, dalle “minacce imperiali”.
Il segretario di Stato americano, Marco Rubio, nel frattempo, ha polemizzato con i Paesi europei, affermando che le forze militari del suo Paese hanno tutto il diritto di operare nel “loro emisfero” e che l’Europa non ha il diritto di determinare la legalità delle operazioni contro le imbarcazioni nei Caraibi, presumibilmente cariche di droga. “Trovo interessante che tutti questi Paesi vogliano che noi forniamo loro, ad esempio, missili Tomahawk con capacità nucleare per difendere l’Europa, ma quando gli Stati Uniti posizionano portaerei nel nostro emisfero, dove viviamo, allora questo è un problema”, ha detto.
Da Washington dove presiede il Wola (Ufficio di Washington per l’America Latina), arrivano al Sir le parole di Carolina Jiménez Sandoval, attivista di origini venezuelane, che in passato è stata direttrice di Amnesty International per le Americhe e direttrice del Servizio gesuita ai rifugiati del Venezuela: “Mi pare che finalmente i Paesi europei abbiano iniziato a reagire, e ciò significa che c’è una presa di distanza anche a livello politico, non solo a livello della comunità dei diritti umani”. Evidentemente, secondo Jiménez, “certamente, l’Europa ha sempre un ruolo importante da svolgere e il suo rifiuto della violazione delle regole fondamentali del diritto internazionale deve essere chiaro e ampio. Sarebbe molto importante che l’Europa si affermasse come la regione che difende le organizzazioni multilaterali, che in questo momento gli Stati Uniti stanno ignorando”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Diocesi