A Riese, paese natale di san Pio X, si è celebrata ieri la sua festa con la solenne celebrazione eucaristia presieduta dal vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi. Nell’omelia il presule ha ricordato come la vita del santo Papa sia stata segnata da un unico orientamento: “Non la ricerca della gloria umana, ma il desiderio incrollabile di piacere a Dio”. Dalla fanciullezza trascorsa nel piccolo paese trevigiano fino al pontificato, ha sottolineato, “non si può nemmeno sospettare che Pio X abbia voluto fare carriera”. “Per questo ha seguito la chiamata del Signore, ha accettato ogni incarico che gli è stato affidato, ha dato tutto se stesso in ogni situazione, in tutte ha cercato nel Vangelo e nell’insegnamento della Chiesa il modo di essere gradito a Dio, ha imparato come e chi amare, con quale impegno, con quali sentimenti”.
Il vescovo ha richiamato anche le parole del cardinale Parolin, pronunciate nel 2023 al termine della “peregrinatio corporis” del santo: “Primato di Dio, carità verso i poveri e impegno per la pace”. Tre caratteristiche che hanno reso il pontificato di Pio X una guida luminosa per la Chiesa. Da qui l’invito a rileggere la vocazione cristiana non come “un mestiere” o un riconoscimento sociale, ma come risposta d’amore a Dio: sacerdoti, sposi, consacrati, laici impegnati nel Vangelo o nella vita civile “sono chiamati a vivere e donarsi per piacere a Dio”. Solo così – ha concluso Tomasi – si può diventare autentici “pellegrini di speranza”, costruttori di giustizia, pace e fraternità.