In occasione della Giornata internazionale delle vittime di atti di violenza basati sulla religione e sul credo, che ricorre oggi, 22 agosto, l’organizzazione Porte Aperte/Open Doors lancia “un appello urgente per la liberazione di alcuni leader cristiani detenuti arbitrariamente in Eritrea”, evidenziando una grave e persistente violazione dei diritti umani.
Dal 2004, “almeno sette pastori e sacerdoti appartenenti a diverse confessioni cristiane sono detenuti senza accusa formale, processo o accesso a rappresentanza legale. Le loro famiglie non hanno potuto visitarli e le condizioni di detenzione restano sconosciute, sebbene si ritenga che siano rinchiusi nel centro di massima sicurezza Wengel Mermera, noto anche come Karchele, ad Asmara”.
Per Porte Aperte/Open Doors, “la loro condizione incarna alla perfezione la sofferenza di migliaia di prigionieri di coscienza attualmente detenuti senza accusa né processo in Eritrea”.

(Foto Porte Aperte/Open Doors)
Il 23 maggio 2004, Haile Naizge, presidente della Chiesa Full Gospel (Muluwengel), e Kuflu Gebremeskel, presidente dell’Alleanza evangelica Eritrea e docente universitario, sono stati arrestati durante mirate irruzioni notturne nelle loro abitazioni. Le loro famiglie hanno subito gravi conseguenze: la madre di Naizge è morta senza poterlo rivedere, mentre sua moglie Rahel e i suoi tre figli, Shalom, Joel e Naher, sono stati costretti a fuggire all’estero.
Il 3 giugno 2004, Million Gebreselassie, responsabile della Chiesa evangelica Rhema di Massawa e medico anestesista presso l’ospedale di Massawa, è stato arrestato a un posto di blocco senza alcuna ragione e successivamente trasferito al carcere di Wengel Mermera.

(Foto Porte Aperte/Open Doors)
Il 19 novembre 2004, tre sacerdoti ortodossi, Futsum Gebrenegus, rinomato psichiatra, Tekleab Menghisteab, medico presso l’ospedale psichiatrico St. Mary di Asmara, e Gebremedhin Gebregiorgis, teologo e promotore di programmi educativi contro l’Hiv, sono stati arrestati per il loro coinvolgimento nel movimento di rinnovamento della Chiesa ortodossa. Il governo, ostile al movimento, ha ordinato la sua chiusura e l’espulsione dei membri, provocando anche la rimozione forzata del patriarca Abune Antonios, che si oppose a tali misure.
Tutti e tre sono detenuti nel carcere di Wengel Mermera. Nel 2005 è emerso che Menghisteab era stato portato in ospedale per problemi di salute non curati in carcere: anche durante questa emergenza, ai suoi familiari non è stato permesso di fargli visita e le notizie sul suo ricovero sono giunte alla famiglia solo attraverso il personale della prigione e dell’ospedale. La moglie Wubie Kahsay e le figlie Hana, Sesayit e Rediet sono fuggite dal Paese per garantire la propria sicurezza. La moglie e il padre di Gebrenegus sono morti negli anni successivi alla sua incarcerazione. Nel giugno 2022, invece, la moglie di Gebregiorgis, Tsegeweyni Mekonnen Haile, è morta di cancro, lasciando il marito e tre figli.
Il 18 marzo 2005, Kidane Weldou, pastore senior della Chiesa di Asmara e membro del comitato esecutivo dei Gideons International, è stato arbitrariamente arrestato. Padre di quattro figlie, è anch’egli detenuto senza processo da oltre vent’anni.
“Questi casi emblematici rappresentano solo una parte delle migliaia di prigionieri di coscienza attualmente detenuti in Eritrea”, denuncia Porte Aperte/Open Doors ch chiede con forza alla comunità internazionale “di intensificare la pressione sul governo eritreo affinché ponga fine a queste gravi violazioni dei diritti umani e rilasci immediatamente tutti questi detenuti”.
L’Eritrea è da molti anni ai primi posti della World Watch List di Porte Aperte, la lista dei Paesi dove più si perseguitano i cristiani al mondo. Nell’ultima World Watch List 2025 ricopre la posizione 6 del ranking, tra i Paesi in cui i cristiani sperimentano un livello estremo di persecuzione.