Diocesi: mons. Tisi (Trento) a Stava, “l’uomo ha usurpato il Creato con la sua arroganza”

“Non condivido l’idea diffusa che il tempo lenisca il dolore. Piuttosto, lo intensifica. A cambiare, sono le modalità in cui lo si vive”. Lo ha affermato l’arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi, nell’omelia pronunciata oggi a Tesero, in occasione della messa per il 40° anniversario della tragedia di Stava. Rivolgendosi ai familiari delle vittime, il presule ha parlato di una “ferita indelebile che ha segnato per sempre la vostra esistenza”, richiamando la Parola di Dio come “salutare provocazione a non silenziare il dolore devastante di chi, in un attimo, si è visto privato degli affetti più cari”. A partire dal Vangelo delle Beatitudini, mons. Tisi ha evidenziato come l’origine del disastro sia da ricondurre allo “sfregio di quel formidabile percorso di vita tracciato” da quelle parole: “È mancata la dimensione della povertà nello spirito, che fa del primato del valore della persona la sua stella polare, per ripiegare nella ricerca del profitto ad ogni costo”; “è venuto meno il dialogo con il Creato”, lasciando spazio “all’arroganza dell’uomo che ne diventa usurpatore”; “è mancato l’ascolto di chi, nella semplicità, avvertiva i segnali di un pericolo incombente”. Da qui l’invito a “porre gesti di riconciliazione e di pace”, con la consapevolezza che “ogni volta in cui il volto dell’altro viene sfregiato, siamo tutti perdenti”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Diocesi