“La storia non si ripete. Si dispiega come risposta alle sfide permanenti delle vicende umane, ma anche ai problemi inediti dei nuovi tempi”. Con queste parole il patriarca ecumenico Bartolomeo ha celebrato i 100 anni dell’Apogevmatini, storico quotidiano in lingua greca di Costantinopoli, definendolo “simbolo della resilienza e della capacità di recupero della nostra omogeneità e della certezza del domani”. Lo ricorda Nikos Tzoitis, analista del Patriarcato ecumenico e collaboratore del giornale. Fondato per la comunità greco-ortodossa della Città, che dopo il trattato di Losanna contava oltre 180mila fedeli ridotti oggi, a causa di pogrom e persecuzioni della Repubblica turca, a circa 3mila anime, l’Apogevmatini, ha detto Bartolomeo, “procede con realismo, con buone speranze, con fiducia nella provvidenza di Dio e nella forza spirituale della Romiossini, che non è stata spezzata da molte prove. Sempre di fronte alla paura, ha alimentato la speranza che non ha mai vacillato”. Il Patriarca ha auspicato che “Dio benedica la lotta dei responsabili per la continuazione ininterrotta dell’offerta dell’Apogeo, compagno insostituibile della romanità nel presente e nel mondo a venire”.