Striscia di Gaza: Save the Children, “acqua potabile a rischio per 44.000 bambini supportati dall’organizzazione a causa della mancanza di carburante”

“Il mancato accesso del carburante a Gaza potrebbe causare nel giro di pochi giorni l’interruzione di forniture di acqua potabile a circa 44.000 bambini – tra gli altri, ma le persone colpite sarebbero molte di più – supportati da Save the Children, aumentando il rischio di malattie trasmesse dall’acqua come colera, diarrea e dissenteria”. Lo afferma Save the Children, che fa affidamento sul carburante per trasportare quotidianamente acqua pulita e sicura a oltre 50 comunità nella Striscia di Gaza, inclusi circa 44.072 bambini. Tuttavia, le forniture di carburante sono state completamente bloccate da quando le autorità israeliane hanno imposto un assedio totale il 2 marzo, mettendo a rischio l’intera risposta umanitaria.
Per Save the Children è fondamentale – e obbligatorio ai sensi del diritto internazionale umanitario – che mentre proseguono gli attuali colloqui di cessate il fuoco, le autorità israeliane interrompano completamente il blocco al carburante e agli aiuti e che l’accesso agli aiuti umanitari – e la vita dei bambini – non vengano usati come merce di scambio nelle negoziazioni.
“L’accesso all’acqua potabile è un diritto umano fondamentale. Ma a Gaza, ora potrebbe essere negato a 44.072 bambini a cui la forniamo, a causa dell’esaurimento del carburante. Non solo cibo e aiuti vengono negati a un’intera popolazione sull’orlo del baratro, ma anche il carburante che alimenta i sistemi essenziali per la sopravvivenza non è stato autorizzato a entrare per quattro mesi. Tutto ciò rappresenta una grave minaccia per l’intera risposta umanitaria a Gaza. Non c’è più tempo. Serve con urgenza un cessate il fuoco duraturo per proteggere i bambini da bombe e proiettili, ma i negoziati non devono distogliere l’attenzione dal bisogno immediato di carburante, aiuti e forniture commerciali. Questi elementi non possono essere usati come leva politica: i bambini hanno diritto sia alla sicurezza che alle risorse necessarie per sopravvivere, ed è dovere del Governo di Israele garantirle secondo il diritto internazionale. L’assedio deve finire ora”, ha dichiarato Ahmad Alhendawi, direttore regionale di Save the Children per il Medio Oriente, l’Europa orientale e il Nord Africa.
Save the Children è presente a Gaza da decenni, pronta a fornire aiuti salvavita insieme ai partner. I suoi team distribuiscono acqua, gestiscono spazi a misura di bambino che offrono luoghi sicuri in cui giocare e ricevere supporto psicosociale, e allestiscono centri di apprendimento temporanei per aiutare i più piccoli a continuare la loro istruzione durante la crisi. Save the Children gestisce un centro di assistenza sanitaria di base a Deir Al-Balah, fornendo servizi essenziali a bambini, madri e famiglie, tra cui screening e trattamenti per la malnutrizione.

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