Parlamento Ue: in Ucraina “strategia genocida orchestrata da Mosca”. Eurodeputati condannano i crimini di guerra russi

Il Parlamento europeo, con una risoluzione adottata oggi, condanna i crimini di guerra della Russia in Ucraina. Nel testo, non legislativo, approvato con 507 voti favorevoli, 77 contrari e 45 astensioni, i deputati affermano che l’invasione russa su vasta scala dell’Ucraina, lanciata nel febbraio 2022, “ha infranto la pace e la stabilità in Europa e ha gravemente compromesso la sicurezza globale. La Russia rappresenta tuttora la minaccia più significativa e diretta alla sicurezza europea”. Nella risoluzione si evidenzia che la responsabilità dell’attuale guerra di aggressione ricade interamente sulla Russia e che non può esserci impunità per le violazioni dei diritti umani, i crimini di guerra ed altri atti contrari al diritto internazionale commessi dalle forze e dai funzionari russi. I deputati esprimono inoltre “profonda indignazione per i brutali attacchi russi contro i civili e per il bombardamento indiscriminato delle infrastrutture civili in Ucraina”, sottolineando che i sistematici attacchi alla popolazione e la deportazione dei bambini “potrebbero costituire una strategia genocida orchestrata da Mosca”.
Gli eurodeputati esprimono “pieno sostegno alle indagini in corso da parte della Corte penale internazionale sui crimini di guerra e contro l’umanità commessi dalla Russia” e accolgono “con favore” il recente accordo tra il Consiglio d’Europa e l’Ucraina per l’istituzione di un Tribunale speciale per i crimini di aggressione contro l’Ucraina.
Ribadendo che tutti i responsabili dei crimini di guerra commessi in Ucraina devono essere assicurati alla giustizia, il Parlamento esorta la Russia ad “accettare senza indugio uno scambio di prigionieri di guerra”. Secondo i deputati, per esercitare una reale pressione sulla Russia affinché ponga fine alla sua guerra di aggressione, a partire da un cessate il fuoco, l’Ue e i partner affini “devono adottare misure militari, economiche, politiche e diplomatiche ben più incisive”.

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