Salute mentale. Le priorità secondo Caritas Roma in un documento presentato alla Regione Lazio

Il testo, che segnala le criticità del sistema sanitario regionale e propone spunti operativi, sul tavolo dell’assessore all'Inclusione sociale Massimiliano Maselli. Costituisce la base di avvio del confronto

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

La Caritas di Roma ha redatto e presentato alla Regione Lazio un documento programmatico per ribadire che la salute mentale è un diritto fondamentale ancora inattuato e che, a Roma e nel Lazio, le persone con disturbi psichici affrontano gravi difficoltà. Viene evidenziato, inoltre, che il problema a Roma è in costante aumento, coinvolgendo sempre più persone, inclusi i giovani, specialmente dopo la pandemia da Covid-19. Si stima che le famiglie coinvolte a Roma siano 45.000 e nel Lazio 70.000.
Il documento, redatto da un’equipe di lavoro coordinata dal direttore della Caritas romana, Giustino Trincia, e che vede operatori esperti nell’ambito della sanità e dell’assistenza alle persone senza dimora, è stato presentato venerdì 30 maggio in un incontro con l’assessore regionale alle Politiche sociali, Massimiliano Maselli, e costituisce la base per l’avvio del confronto stabilito con l’amministrazione regionale. Tutto ciò alla luce delle carenze nei servizi. “È indispensabile sempre più mettersi nei panni delle persone con salute mentale e delle loro famiglie, a partire dall’ascolto”, spiega Trincia.

“Occorre uno sforzo corale, al di là delle polemiche, in un percorso con le Asl e le Politiche sociali dei Comuni. Non va separata la salute mentale da un approccio integrato socio-sanitario. In quest’ottica va costituito un coordinamento con servizi sociali e sanitari”.

Nel testo si evidenziano le criticità e si avanzano delle proposte per le alternative alla pratica della contenzione (cioè la restrizione del comportamento); il miglioramento dell’accesso alle cure; il monitoraggio civico dei servizi; la sensibilizzazione e la formazione. Tra i problemi viene anzitutto riscontrata l’insufficienza di risorse, con carenze di personale e con strutture inadeguate. Vengono segnalate le difficoltà di accesso alle cure a causa di tempi di attesa lunghi e disuguaglianze territoriali. Un punto critico sollevato è l’uso della contenzione meccanica nei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC) e in altre strutture, definita una pratica disumana. Il documento sottolinea anche lo stigma e l’isolamento delle persone con disturbi psichici e l’inadeguatezza di alcune strutture residenziali che rischiano di diventare luoghi di segregazione. Manca, inoltre, uno spazio dedicato all’ascolto per le persone affette da disturbi mentali e i loro familiari.
La posizione della Caritas si fonda su quattro principi: l’ascolto e l’accompagnamento delle persone e delle famiglie; il diritto a cure accessibili e tempestive per tutti; la centralità della persona con rispetto della dignità, autodeterminazione e inclusione sociale; il rifiuto della contenzione, promuovendo alternative umane e terapeutiche. “Il primo diritto da assicurare è il diritto all’assistenza – aggiunge Trincia -. E poi quello alla casa, a far parte di una rete sociale e l’inserimento lavorativo. Bisogna rifiutare la segregazione e l’isolamento in cui versano tante persone e le loro famiglie”.

“Insomma, va garantito il diritto alla speranza. Chi convive con disturbi mentali può far parte di una comunità civile e di persone, e non solo essere assistiti”.

Il documento propone diverse azioni operative, tra cui l’implementazione di unità di crisi senza coercizione, la formazione del personale su tecniche di de-escalation e la creazione di ambienti ospedalieri accoglienti. Si propone di potenziare i Centri di Salute Mentale (CSM), ridurre i tempi di attesa e integrare servizi sociali e sanitari per percorsi personalizzati. Altri punti riguardano il monitoraggio civico dei servizi per garantire che siano orientati alla riabilitazione e non alla segregazione, assicurando il rispetto dei diritti degli utenti. La sensibilizzazione e la formazione sono considerate fondamentali per contrastare lo stigma. La Caritas di Roma, inoltre, sollecita l’adozione di un approccio alla salute mentale nel Piano Sociale Regionale 2025-2027, che integri gli aspetti sociali a quelli sanitari, sottolineando la necessità di distinguere la salute mentale dalla disabilità psichica e di garantire il rispetto delle normative vigenti.

Salute mentale: le proposte di Caritas Roma

  • Implementazione di unità di crisi senza coercizione.
  • Formazione del personale sanitario su tecniche di de-escalation.
  • Creazione di ambienti ospedalieri più accoglienti e umanizzati.
  • Potenziamento dei Centri di Salute Mentale (CSM).
  • Riduzione dei tempi di attesa per l’accesso ai servizi.
  • Integrazione tra servizi sociali e sanitari per percorsi personalizzati.
  • Monitoraggio civico dei servizi per garantirne l’orientamento alla riabilitazione e non alla segregazione.
  • Tutela e rispetto dei diritti degli utenti dei servizi di salute mentale.
  • Promozione di attività di sensibilizzazione e formazione contro lo stigma.

Fonte: AgenSIR

 

Il documento ribadisce il ruolo dei Dipartimenti di Salute Mentale (DSM) per la prevenzione, la cura e riabilitazione e l’importanza dell’impegno anche degli enti locali per la promozione della salute mentale e l’inclusione sociale, basata sui diritti alla casa, al lavoro e a una rete sociale significativa. Viene data particolare rilevanza al sostegno all’abitare autonomo come antidoto alla segregazione e strumento di inclusione.
Infine, viene ribadito l’impegno della Caritas nell’attività di informazione e di sensibilizzazione delle comunità ecclesiali e di promozione dei diritti delle persone con disturbi mentali, coinvolgendo la comunità cristiana e utilizzando strumenti come il monitoraggio delle condizioni dei servizi di salute mentale, il dialogo con le istituzioni, la denuncia delle violazioni e la collaborazione con altre organizzazioni.

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