Santa Sede: a Phnom Penh il colloquio buddhista-cristiano con 150 partecipanti da 17 Paesi

“L’odio non cessa con l’odio, ma solo con l’amore; questa è la legge eterna”: è la citazione dal Dhammapada che apre il comunicato finale dell’ottavo Colloquio buddhista-cristiano, svoltosi dal 27 al 29 maggio a Phnom Penh in Cambogia su iniziativa del Dicastero per il dialogo interreligioso, con la collaborazione dell’Università buddhista Preah Sihanouk Raja e della Chiesa cattolica in Cambogia. Vi hanno preso parte circa 150 rappresentanti di entrambe le religioni, provenienti da 17 Paesi asiatici e occidentali. In uno spirito di “rispetto reciproco e amicizia”, i partecipanti hanno condiviso preghiere, visite ai luoghi di culto, riflessioni sui testi sacri e sulle esperienze di fede, ribadendo che “la riconciliazione non è la cancellazione della memoria, ma un coraggioso processo di verità, guarigione e riparazione dei legami”. Nel documento conclusivo si afferma che “la resilienza è nutrita dalla forza interiore, radicata nella fede e sostenuta da comunità che custodiscono la dignità di ogni persona”, e si rilancia il ruolo delle religioni nella promozione della giustizia e dell’educazione alla non violenza. Il colloquio si chiude con un impegno concreto: “Vogliamo essere strumenti di pace, guarigione e speranza in un mondo ferito”.

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