Criminalità nei porti italiani: Rispoli (Libera), “rendere questi luoghi meno permeabili alle infiltrazioni mafiose e corruttive”

“Libera si occupa da trent’anni di mafie e corruzione: nell’arco di questi tre decenni abbiamo seguito i movimenti delle organizzazioni criminali nei luoghi dove si generano potere, denaro e controllo. I porti,  in questo senso, non sono solo snodi della logistica e del commercio internazionale, ma veri e propri territori strategici in cui si concentrano interessi economici, infrastrutturali e criminali”. Lo dichiara Francesca Rispoli, co-presidente di Libera, in occasione della presentazione, stamattina a Genova, del II rapporto “Diario di Bordo. Storie, dati e meccanismi delle proiezioni criminali nei porti italiani”. “Questi luoghi, apparentemente ‘di passaggio’, sono in realtà porte d’ingresso e di uscita per traffici leciti e illeciti – evidenzia Rispoli -. Sono spazi in cui mafie e corrotti trovano terreno fertile per operazioni di contrabbando, traffico di droga, frodi fiscali, ma anche per inserirsi nelle catene logistiche legali, infiltrare imprese, pilotare appalti, e riciclare denaro. L’analisi delle attività criminali nei porti rivela non solo la pervasività della criminalità organizzata, ma anche le vulnerabilità del sistema pubblico e privato che li gestisce”.
Per la co-presidente di Libera, “in un contesto in cui miliardi di euro di fondi pubblici sono destinati all’ammodernamento e allo sviluppo delle infrastrutture portuali — anche attraverso il Pnrr — è essenziale accendere i riflettori su questi luoghi”.
“Il report – conclude Rispoli – nasce, quindi, dalla volontà di colmare un vuoto di conoscenza e di offrire uno strumento di lettura per cittadini, istituzioni e operatori del settore, per comprendere come e dove si manifestano gli interessi criminali nei porti italiani, con l’auspicio di rendere questi luoghi meno permeabili alle infiltrazioni mafiose e corruttive”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia