Donne in aree di conflitto: Azione contro la fame, “stop a usare la fame come arma di guerra. Proteggere i diritti delle donne, promuovendo l’accesso equo alle risorse”

“Affrontare le disuguaglianze di genere e combattere la violenza sulle donne nei contesti di guerra non è solo una questione di giustizia sociale, ma una necessità per garantire la sicurezza alimentare globale”. Lo afferma Azione contro la fame accendendo i riflettori, in occasione della Giornata internazionale della donna che ricorre l’8 marzo, sulla drammatica realtà vissuta dalle donne nelle zone di conflitto.

(Foto Azione contro la fame)

“La fame e le disuguaglianze di genere – l’analisi dell’organizzazione – si alimentano a vicenda, con le donne che risultano tra le più colpite dalle crisi alimentari aggravate da guerre, shock economici e cambiamenti climatici. Sono 47,8 milioni le donne che vivono in condizioni di insicurezza alimentare moderata o grave, un numero superiore rispetto agli uomini. Ruoli di genere tradizionali e disuguaglianze nell’accesso a risorse, istruzione e finanziamenti contribuiscono ad ampliare questo divario, con gravi ripercussioni sulla nutrizione femminile”. Inoltre, in molte aree di conflitto, la fame viene usata come arma e questo mette a rischio la vita delle donne, costrette a percorrere lunghe distanze in contesti pericolosi per sfamare le proprie famiglie e in molte occasioni, esponendole a violenza di genere o costringendole ad accettare scambi sessuali in cambio di cibo. Di qui l’appello alla comunità internazionale a “porre fine all’uso della fame come arma di guerra e proteggere i diritti delle donne, promuovendo l’accesso equo a risorse e opportunità di sviluppo. Solo così sarà possibile costruire un futuro libero dalla fame e dalla discriminazione”.

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