Natale: mons. Boccardo (Spoleto-Norcia), “un nuovo inizio è sempre possibile”

“Natale è questo: Dio che viene e si fa vicino, perché anche nella notte più buia, quando tutto sembra senza vita, un nuovo inizio è sempre possibile, una nuova aurora può sbocciare, un nuovo cammino può ricominciare”. È il messaggio di Natale che l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, ha fatto risuonare nelle messe della notte e del giorno di Natale. La Notte di Natale il Presule ha ricordato che “nel sonno dei popoli e nella notte del mondo, Dio viene ad abitare nella storia umana. Si affida, cioè alla cura delle nostre mani e del nostro cuore, con fiducia incrollabile nel fatto che davanti ad un bambino appena nato sapremo tirare fuori il meglio di noi”. “Non ci sono parole – ha aggiunto – ci sono solo gesti di cura e di attenzione per il bambino che è nato. Anche noi – ha detto – possiamo festeggiare così: avvolgiamo in fasce il Dio che viene, prendiamocene cura, esercitiamo l’arte della tenerezza; non riduciamolo al bambino di cartapesta dei nostri presepi dimenticandoci dei bambini di carne che muoiono sotto le bombe degli adulti in Ucraina, in Palestina, in Libano, in Siria; non deponiamolo nei riti senza anima, nelle devozioni senza fede, nelle tradizioni senza vita. Accogliamolo nella Parola che Egli ci rivolge. Incontriamolo nella preghiera”. Concetti ripresi anche il giorno di Natale quando mons. Boccardo ha celebrato due Messe: una all’Hospice “La Torre sul Colle” di Spoleto e una nel Duomo. Il presule si è soffermato anche sull’apertura del Giubileo della speranza: “La porta aperta dice quello che la fede del popolo cristiano sa da sempre: non siamo figli di un Dio lontano, che abita dietro porte chiuse, raggiungibile solo a costo di fatiche disumane. Siamo figli di un Dio che ha mandato il suo Figlio ad ‘essere porta’, a scardinare gli alti battenti della morte”.

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