“La speranza cristiana non è un lieto fine da attendere passivamente, non è l’happy end di un film: è la promessa del Signore da accogliere qui e ora, in questa terra che soffre e che geme”. Lo ha spiegato il Papa, nell’omelia della notte di Natale presieduta nella basilica di San Pietro, dopo l’apertura della Porta Santa che ha segnato ufficialmente l’avvio del Giubileo 2025. “Essa ci chiede perciò di non indugiare, di non trascinarci nelle abitudini, di non sostare nelle mediocrità e nella pigrizia”, l’invito di Francesco: “Ci chiede – direbbe Sant’Agostino – di sdegnarci per le cose che non vanno e avere il coraggio di cambiarle; ci chiede di farci pellegrini alla ricerca della verità, sognatori mai stanchi, donne e uomini che si lasciano inquietare dal sogno di Dio, il sogno di un mondo nuovo, dove regnano la pace e la giustizia”. “Impariamo dall’esempio dei pastori”, ha ripetuto il Papa: “la speranza che nasce in questa notte non tollera l’indolenza del sedentario e la pigrizia di chi si è sistemato nelle proprie comodità; non ammette la falsa prudenza di chi non si sbilancia per paura di compromettersi e il calcolo di chi pensa solo a sé stesso; è incompatibile col quieto vivere di chi non alza la voce contro il male e contro le ingiustizie consumate sulla pelle dei più poveri. Al contrario, la speranza cristiana, mentre ci invita alla paziente attesa del Regno che germoglia e cresce, esige da noi l’audacia di anticipare oggi questa promessa, attraverso la nostra responsabilità e la nostra compassione”. “Forse ci farà bene domandarci: io ho compassione, so patire-con? Pensiamoci”, l’aggiunta a braccio. Poi la citazione di “un bravo prete”, don Alessandro Pronzato, di cui il Santo Padre ha fatto propria l’invocazione: “Signore, Ti chiedo qualche tormento, qualche inquietudine, qualche rimorso. A Natale vorrei ritrovarmi insoddisfatto. Contento, ma anche insoddisfatto. Contento per quello che fai tu, insoddisfatto per le mie mancate risposte. Toglici, per favore, le nostre paci fasulle e metti dentro alla nostra ‘mangiatoia’, sempre troppo piena, una brancata di spine. Mettici nell’animo la voglia di qualcos’altro”. “La speranza cristiana è proprio il ‘qualcos’altro’ che ci chiede di muoverci ‘senza indugio’”, il commento di Francesco. “Non stare fermi, non dimentichiamo che l’acqua ferma è+ la prima a corrompersi”, ha detto il Papa ancora a braccio.