Coronavirus Covid-19: file di migranti in Sud Africa per mangiare. Padre Beltrami (scalabriniani), “queste persone hanno più paura di morire di fame che di coronavirus”

Ormai quasi al collasso la situazione in Sud Africa, dove il lockdown per l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia di coronavirus Covid-19, ha completamente annullato le possibilità di lavoro per i migranti. Centinaia di persone in fila davanti alla chiesa di St. Patrick, La Rochelle, a Johannesburg, testimoniano la disperazione di persone che arrivano dallo Zimbabwe, Malawi, Mozambico, Congo e tanti altri Paesi africani che rappresentano la maggioranza dei migranti di questo continente che, se in piccola parte si sposta verso l’Europa, per la stragrande maggioranza va ad affollare le baraccopoli, senza nessuna attenzione igienico-sanitaria, della “Rainbow Nation”, così come viene chiamato il Sud Africa. Gente disperata che a causa del blocco totale, non ha la possibilità di svolgere quei lavori che gli altri sud africani non vogliono fare, contribuendo in questo modo ad aumentare il rischio di sommosse popolari, in un Paese dove si vive una realtà pesante che potrebbe essere definita “una bomba ad orologeria” secondo padre Gabriele Beltrami, missionario Scalabriniano, “queste persone hanno più paura di morire di fame che di coronavirus”. La chiesa dei missionari scalabriniani non ha a disposizione molte risorse a Johannesburg, perché le messe sono state sospese e quindi i fedeli non possono contribuire con le loro offerte, per questo motivo hanno organizzato una raccolta di generi alimentari durante la Pasqua e adesso raccolgono gli alimenti in scadenza dai negozi, per poterli distribuire tra le persone.

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