“Il rischio più grande della vita è quello di sprecarla al di fuori del progetto di Dio”. Lo ha detto il Papa, che nell’omelia della messa per la canonizzazione di Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis è partito dalla domanda di un giovane come loro: il re Salomone. “Alla morte di Davide, suo padre, si era reso conto di disporre di tante cose: il potere, la ricchezza, la salute, la giovinezza, la bellezza, il regno”, ha osservato il Papa: “Ma proprio questa grande abbondanza di mezzi gli aveva fatto sorgere nel cuore una domanda: ‘Cosa devo fare perché nulla vada perduto?’. E aveva capito che l’unica via per trovare una risposta era quella di chiedere a Dio un dono ancora più grande: la sua sapienza, per conoscere i suoi progetti e aderirvi fedelmente. Si era reso conto, infatti, che solo così ogni cosa avrebbe trovato il suo posto nel grande disegno del Signore”. “Anche Gesù, nel Vangelo, ci parla di un progetto a cui aderire fino in fondo”, ha sottolineato il Pontefice, citando il Vangelo di Luca: “Ci chiama, cioè, a buttarci senza esitazioni nell’avventura che lui ci propone, con l’intelligenza e la forza che vengono dal suo Spirito e che possiamo accogliere nella misura in cui ci spogliamo di noi stessi, delle cose e delle idee a cui siamo attaccati, per metterci in ascolto della sua parola”.