“Cari fratelli e sorelle, buona festa!”. Nel giorno della Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, recitando l’Angelus a Castel Gandolfo, Papa Leone XIV ha ricordato le parole del Concilio Vaticano II, secondo cui Maria “brilla ora innanzi al peregrinante popolo di Dio quale segno di sicura speranza e di consolazione, fino a quando non verrà il giorno del Signore”. Il Pontefice ha citato Dante, che la definisce “di speranza fontana vivace”, e ha legato questa immagine al tema giubilare “Pellegrini di speranza”: “Il pellegrino ha bisogno della meta che orienti il suo viaggio: una meta bella, attraente, che guidi i suoi passi e lo rianimi quando è stanco”. Nel cammino della vita, ha proseguito, “questa meta è Dio, Amore infinito ed eterno, pienezza di vita, di pace, di gioia, di ogni bene”. Ha spiegato che il mistero di Cristo, incarnato, morto e risorto, è inseparabile da quello di Maria, “la donna da cui il Figlio di Dio ha preso carne” e che, come Lui, ha detto “sì” al disegno divino. “Tutta la sua vita è stata un pellegrinaggio di speranza insieme al Figlio”, ha aggiunto, invitando a guardare a lei “specialmente quando vengono le nubi e la strada si fa incerta e difficile”, per ritrovare “la speranza che non delude”.