Terra Santa: El-Yousef (Patriarcato latino), “a Gaza trattamento disumano. Cisgiordania trasformata in grandi prigioni insicure”

(Foto Sir)

“Con tutte le guerre, sembriamo più lontani dalla pace, poiché tutte le parti stanno cantando vittoria, e si continua a parlare di più distruzione, vendetta e uccisioni piuttosto che di riconciliazione e di un genuino desiderio di affrontare le questioni fondamentali e raggiungere la pace finale di cui la regione ha così disperatamente bisogno”. È quanto scrive l’amministratore delegato del Patriarcato latino di Gerusalemme, Sami El-Yousef, riflettendo sulle ultime tragiche vicende in Terra Santa. Ricordando le oltre 57mila vittime di Gaza, di cui oltre il 60% donne, anziani e bambini, El-Yousef parla di “trattamento disumano” della popolazione locale: “In quale altra parte del mondo è possibile trovare un’intera popolazione a cui sono stati negati cibo, acqua, medicine, istruzione e infrastrutture di base per così tanto tempo di fronte a un mondo sordo e silenzioso che si erge a idolo! Cosa scriveranno i libri di storia su ciò che sta accadendo oggi a Gaza?” è la domanda dell’amministratore delegato. “È molto triste – rimarca – vedere i doppi standard applicati a seconda della razza, del colore e dell’etnia, e la crudeltà con cui i palestinesi vengono disumanizzati con appelli alla fame e ai trasferimenti di massa!” Per quanto riguarda la guerra con l’Iran, l’amministratore delegato parla “di livello di distruzione in Israele senza precedenti rispetto a tutte le sue guerre precedenti, con razzi che hanno colpito basi militari, centrali elettriche, raffinerie di petrolio, ospedali, centri di ricerca e università, tra gli altri. I media israeliani hanno riferito di danni a 2.305 case in 240 edifici, lasciando più di 13.000 sfollati”. “Se tutto il denaro speso per le guerre fosse stato dedicato allo sviluppo economico e alla costruzione di comunità – annota El-Yousef – la nostra regione sarebbe davvero un’oasi di pace ormai”. Non meno drammatica la situazione in Cisgiordania, “silenziosamente trasformata in grandi prigioni insicure durante le guerre di Gaza e dell’Iran”. Chiaro il riferimento alla “violenza dei coloni contro palestinesi innocenti attraverso attacchi indiscriminati, bruciando case, automobili, alberi e tagliando strade mentre il governo si impegna in ulteriori furti di terra e nell’espansione e nell’avvio di nuovi insediamenti. Tutto questo mentre distrugge attivamente e sistematicamente i campi profughi e costringe le persone ad andarsene”. Finora, scrive l’amministratore delegato, “oltre 70.000 persone sono state sfollate con la forza, molte delle quali per la terza o quarta volta nella vita. Tutto questo sta avvenendo mentre il governo israeliano continua la sua politica di strangolamento finanziario dell’Autorità Palestinese, causandone quasi quasi il collasso. Il caos in Cisgiordania è dietro l’angolo”. Ci sono anche luci di speranza come la fine regolare dell’anno scolastico per i 20mila studenti delle scuole del patriarcato, come i 6mila ragazzi che partecipano ai campi estivi, e l’incredibile generosità di tanti benefattori da tutto il mondo che permettono di continuare ad aiutare i più bisognosi”.

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