“Ora chiudiamo l’esperienza dell’anno giubilare. Doveva durare un anno, e questo tempo è passato. Ma il Signore ha sparso abbondantemente semi di speranza. La speranza sta germogliando: prendiamocene cura, fino a che produca frutti di novità e di bellezza. Sappiamo camminare, non torniamo a fermarci. Tracciamo cammini nuovi, nutriti e sorretti dalla speranza che ci è stata donata. Disegniamo mappe per cammini agili e sicuri, da percorrere insieme, senza fughe in avanti e senza rimpianti. Ascoltiamo la Parola. Ascoltiamo la coscienza. Ascoltiamo i sogni che Dio ci regala: la Chiesa splenderà del volto bello di Cristo, e saremo trasformati a sua immagine. Continueremo a camminare su strade nuove, ancora e sempre pellegrini di speranza”: con queste parole il vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi, ha concluso l’omelia della celebrazione eucaristica di chiusura del Giubileo “Pellegrini di speranza”. Il tempio di San Nicolò, la chiesa più grande di Treviso, ha accolto ieri duemila. Un centinaio i sacerdoti che hanno concelebrato con il vescovo Tomasi; hanno concelebrato anche mons. Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo emerito di Udine e il vicario generale della diocesi, mons. Mauro Motterlini.
Il Vescovo ha ricordato i tanti pellegrinaggi a Roma, compiuti dalle diverse categorie di persone, i giovani, gli adolescenti, le famiglie, i catechisti, i detenuti, e poi parrocchie e singoli fedeli, oltre ai tantissimi pellegrinaggi alle dieci chiese giubilari della nostra diocesi. “Grazie a tutti coloro che si sono lasciati provocare dalla speranza, che si sono messi in movimento, che non hanno ceduto alla tentazione della rassegnazione, al richiamo di beni che passano, alla forza dell’abitudine e del facile malcontento. Grazie a chi ha visitato un ammalato, una persona sola. Grazie a chi ha aperto il cuore alla preghiera. Grazie a chi ha creato spazi di comunità e di comunione” ha detto il vescovo.