Giubileo 2025: mons. Bellandi (Salerno‑Campagna‑Acerno), “raccoglierne il frutto e trasformarlo in stile di vita quotidiana”

“Non siamo qui semplicemente per chiudere un tempo speciale, ma per raccoglierne il frutto, affinché ciò che lo Spirito ha iniziato e già operato in noi continui a vivere nella quotidianità delle nostre famiglie, delle nostre comunità, del nostro presbiterio, della nostra Chiesa diocesana”. Con queste parole mons. Andrea Bellandi, vescovo di Salerno‑Campagna‑Acerno, ha aperto l’omelia che ha segnato la conclusione ufficiale del Giubileo diocesano, celebrata ieri nella cattedrale di San Matteo davanti a una comunità numerosa e partecipe. Una cerimonia solenne che ha raccolto fedeli, sacerdoti, religiosi e rappresentanti delle istituzioni, chiamati a vivere l’ultimo atto di un anno definito dal presule “tempo di grazia e di rinnovamento”. Nel suo intervento, mons. Bellandi ha invitato a non considerare la chiusura dell’anno giubilare come un punto fermo, ma come un passaggio che interpella la responsabilità di ciascuno: “Non possiamo archiviare questo Giubileo come un evento celebrativo, ma dobbiamo trasformarlo in stile di vita, in scelta quotidiana di fede, di servizio e di ascolto reciproco”. Il vescovo ha quindi richiamato il valore delle tante iniziative pastorali svolte nei mesi scorsi, sottolineando come abbiano mostrato “una Chiesa viva, capace di mettersi in cammino e di guardare alle ferite del territorio con occhi di misericordia”. Infine un appello alla comunità diocesana: “Il vero Giubileo comincia ora: nelle famiglie, nei luoghi di lavoro, nelle periferie dove c’è bisogno di speranza”. La celebrazione si è conclusa con l’affidamento della diocesi a San Matteo e con l’annuncio di un percorso pastorale che, nelle intenzioni del vescovo, dovrà raccogliere l’eredità dell’anno giubilare e tradurla in gesti concreti di prossimità.

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