“Ciò che si chiude non è la grazia divina, ma un tempo speciale della Chiesa e ciò che rimane aperto per sempre è il cuore di Dio misericordioso”. Lo ha detto il card. Rolandas Makrickas, arciprete della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, nell’omelia per la chiusura della Porta Santa, celebrata oggi alle 18. “Tanti pellegrini come noi durante l’Anno giubilare hanno varcato la Porta Santa. Oggi l’abbiamo vista richiudersi ma la porta che conta veramente resta quella del nostro cuore: si apre quando ascolta la parola di Dio, si dilata quando accoglie il fratello, si fortifica quando perdona e chiede perdono”, ha proseguito il porporato. “Varcare la Porta Santa è stato un dono e diventare da oggi porte aperte per gli altri è la nostra missione per il futuro”, ha sottolineato. Il card. Makrickas ha richiamato “un Anno Santo eccezionale” in cui “abbiamo avuto conferma che il Signore mai abbandona la sua Chiesa, che oggi in Papa Leone trova il suo pastore e che assieme a lui cammina salda”. “Il rischio più grande è aver varcato la Porta Santa senza aver lasciato entrare Dio nel cuore. La vera porta da lasciare aperta è quella della misericordia, della riconciliazione, della fraternità”, ha ammonito. “In questa basilica proprio in questo Anno Santo abbiamo avuto la grazia di un compito molto speciale: custodire una memoria che diventa profezia”, ha concluso il porporato, ricordando Papa Francesco “qui sepolto e onorato da migliaia di fedeli ogni giorno”. Aperta il 1° gennaio 2025, la Porta Santa ha visto transitare oltre 20 milioni di pellegrini.