“Tra le case distrutte di Gaza e le spettrali macerie di Ucraina un insolito presepe sta prendendo forma. Una donna col bambino in braccio, tutta lacera e sgomenta e lo sposo confuso poggiato ad una trave, sembrano ridare speranza ad un mondo consumato e leso dalla malvagità degli uomini”. È quanto scrive in una poesia sul tema del Natale e della pace, con uno sguardo alle guerre in corso soprattutto a Gaza e in Ucraina, il direttore del Centro Sudi “Vittorio Bachelet” di Corigliano Rossano, Salvatore Martino. “Non ci sono i soliti pastori al loro seguito, non ci sono i magi guidati dalla stella questa volta solo esseri consumati, moribondi, feriti dalle bombe e dalla protervia umana, ci sono cadaveri a terra, bambini uccisi ed altri in cerca di riparo”, scrive ancora Martino in una poesia del titolo significativo “Un altro Natale”. “Hanno profanato il Natale, lo hanno decorato col dolore, perché la speranza muoia”: “hanno distrutto case, ospedali, asili, hanno bruciato i fiori, avvelenata l’acqua, ma per questi disperati venuti ad adorare il Bambino non c’è la quiete degli uomini ma la pace di Dio”. Da qui la speranza nel “Nascituro” che “col suo sangue salverà il mondo. Non è mai stato così vicino il Natale alla Pasqua, che sia davvero di Risurrezione”.