“Ritenere di poter imporre un’ideologia dall’alto, attraverso decisioni assunte a colpi di maggioranza, è un approccio che contrasta apertamente con il principio di sussidiarietà, fondamento dell’ordinamento europeo. L’iniziativa in discussione si configura infatti come uno strumento di pressione politica sugli Stati membri, andando ben oltre le competenze attribuite all’Unione europea”. Vincenzo Bassi, presidente Fafce (Federazione delle associazioni familiari cattoliche in Europa), commenta per il Sir il voto odierno con il quale il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione non legislativa sull’“aborto sicuro e accessibile”. “L’aborto non può essere qualificato come un diritto”, sottolinea Bassi. “È tempo di prendere atto di una realtà preoccupante: il possibile utilizzo di fondi europei per favorire l’accesso all’aborto in tutta Europa procede oggi in una direzione diametralmente opposta rispetto allo spirito e alle finalità dell’Iniziativa dei cittadini europei ‘Uno di Noi’, sostenuta con forza dalla Fafce fin dal 2012. Si impone una seria autocritica sul livello di attenzione e di impegno dedicato alla tutela della vita”. Il presidente Fafce aggiunge: “È inammissibile che il contribuente europeo sia chiamato a finanziare pratiche abortive, persino in quegli Stati membri nei quali l’aborto è considerato illegale. Tale situazione è anche il risultato di un diffuso disimpegno e di una crescente indifferenza verso quanto avviene nelle istituzioni europee, in particolare a Bruxelles”.