Si è tenuta ieri sera, nell’aula magna del Seminario vescovile di Pistoia, la cerimonia di assegnazione della Terza edizione del Premio nazionale di teologia “Mons. Giordano Frosini”, alla presenza del vescovo diocesano, mons. Fausto Tardelli, e dell’arcivescovo di Firenze, mons. Gherardo Gambelli. Il Premio, a cadenza biennale, è stato ideato dal gruppo dei cosiddetti “fucini” pistoiesi seguiti e formati da don Frosini negli anni ’80-’90. In omaggio al loro “Maestro”, viene segnalata una tesi di Dottorato in Teologia che, nel corso del biennio, ha “saputo incarnare lo spirito dell’insegnamento di don Frosini, che è stato quello di di cogliere e interpretare i segni dei tempi alla luce del vangelo e sulla base della ragione”. L’arcivescovo di Firenze ha arricchito l’evento con il suo ricordo di don Frosini “docente di escatologia”, essendo stato un suo studente alla Facoltà Teologica di Firenze. Ha così ricordato alcune coordinate essenziali del suo insegnamento a partire dall’importanza del metodo teologico che, in nome del cosiddetto “circolo ermeneutico”, deve sempre partire dalla situazione attuale e dalle sue domande per andare a cercare la risposta nel deposito della fede e da qui far emergere una risposta espressa nelle categorie della cultura contemporanea. Quest’anno il Premio è stato assegnato a Stefano Fenaroli per la sua ricerca su “La teologia della deep incarnatio. Indagine, dialogo e prospettive” (Queriniana), uno studio dedicato a una corrente teologica poco conosciuta in Italia, di cui l’autore ha saputo ricostruire con perizia e profondità i variegati tasselli, proponendo un suo contributo personale e confrontandosi con l’altra corrente teologica del posteismo. Il presidente del Comitato, Andrea Amadori, ha quindi consegnato il premio e la targa al neo dottore in teologia Fenaroli. Nel corso dell’evento sono stati letti i saluti pervenuti, tra cui, dal versante teologico, quelli di Basilio Petrà, Brunetto Salvarani e Severino Dianich.