“Promuovere in ogni ambiente – e oggi sottolineiamo particolarmente nelle carceri – una civiltà fondata su nuovi criteri, e ultimamente sulla carità”. Così Leone XIV nell’omelia della messa per il Giubileo dei detenuti, celebrata oggi nella Basilica di San Pietro. Il Pontefice ha citato San Paolo VI che alla conclusione dell’Anno giubilare del 1975 affermava: “Questa – la carità – vorrebbe essere, specialmente sul piano della vita pubblica, il principio della nuova ora di grazia e di buon volere, che il calendario della storia ci apre davanti: la civiltà dell’amore!”. Leone XIV ha ricordato che Papa Francesco auspicava “che si potessero concedere, per l’Anno santo, anche forme di amnistia o di condono della pena volte ad aiutare le persone a recuperare fiducia in sé stesse e nella società”. “Confido – ha aggiunto il Papa – che in molti Paesi si dia seguito al suo desiderio”. Il Pontefice ha spiegato che “il Giubileo, nella sua origine biblica era proprio un anno di grazia in cui ad ognuno, in molti modi, si offriva la possibilità di ricominciare”. Leone XIV ha sottolineato che “i problemi da affrontare sono tanti” e ha ricordato “il sovraffollamento, l’impegno ancora insufficiente di garantire programmi educativi stabili di recupero e opportunità di lavoro”.