Si svolgeranno a Firenze, dal 14 al 16 novembre presso il Cenacolo di Santo Spirito, le giornate del “FuciLAB” promosse dalla Federazione universitaria cattolica italiana nazionale. “È un dono troppo grande, a pochi giorni dal Giubileo del mondo educativo, poter raccogliere insieme, come Fuci, attraverso l’evento del ‘FuciLAB’, le istanze per un rilancio della missione nell’ambiente universitario. La Lettera apostolica ‘Disegnare nuove mappe di speranza’ che Papa Leone XIV ci ha consegnato, la sentiamo, essa stessa, parte di quella grande ‘costellazione educativa’ alla quale, come universitari, vogliamo volgere lo sguardo per orientare i nostri desideri più profondi”, affermano Marta Terenzio e Alessio Dimo, rispettivamente presidente della Fuci nazionale femminile e maschile, e l’assistente ecclesiastico don Michele Martinelli.
L’appuntamento in programma a Firenze, spiegano, sarà un’“occasione per custodire, scrutare più a fondo e trasmette la bellezza di essere comunità”. “Scegliamo di dialogare anzitutto con il territorio, la Chiesa diocesana di Firenze, l’Azione Cattolica italiana, il Meic e le altre aggregazioni ecclesiali presenti e naturalmente con l’ambiente accademico”, proseguono, annunciando che “la direttrice dalla Fondazione Giorgio La Pira, professoressa Patrizia Giunti, docente dell’Università degli studi di Firenze, il professor Dimitri D’Andrea della medesima Università e la professoressa Rita Bichi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ci accompagneranno a riscoprire la bellezza di progettare spazi e strutture comunitarie che integrino l’espressione di sé con la responsabilità collettiva”.
“Come cristiani non possiamo tralasciare che il bene comune si esplicita anche con la comunione esercitata, curata e difesa. Nella meravigliosa cornice di Firenze ‘proviamo una gioia grandissima al vedere [l’intramontabile] stella’ di Giorgio La Pira. Per lui era tassativo che ‘in una città un posto ci deve essere per tutti: un posto per pregare (la chiesa), un posto per amare (la casa), un posto per lavorare (l’officina), un posto per pensare (la scuola), un posto per guarire (l’ospedale)’”, concludono evidenziando che “come giovani ci sentiamo chiamati a partecipare, da protagonisti, ad una responsabilità civile ed ecclesiale che ha l’ambizioso obiettivo di vincere il buio dell’indifferenza e del cinismo, a partire dalle aule e dai corridoi delle nostre facoltà, perché, come diceva S. Tommaso d’Aquino, ‘illuminare è più che risplendere’”.