Leone XIV: medici siano “custodi e servitori della vita umana”, no a “ideologie antiumane”

“I professionisti della salute hanno la vocazione e la responsabilità di essere custodi e servitori della vita umana, specialmente negli stadi più fragili”. Lo scrive il Papa, nel messaggio inviato ai partecipanti al Congresso Internazionale della Pontificia Accademia per la Vita “Intelligenza artificiale e medicina: la sfida della dignità umana”, in corso a Roma presso il Centro Congressi Augustinianum da oggi fino al 12 novembre. “È facile riconoscere il potenziale distruttivo della tecnologia e perfino della ricerca medica quando esse sono messe al servizio di ideologie antiumane”, il monito di Leone XVI: “In questo senso, gli eventi storici rappresentano un avvertimento: gli strumenti a nostra disposizione oggi sono ancora più potenti e possono produrre un effetto ancor più devastante sulla vita degli individui e dei popoli”. “Tuttavia, se indirizzati e messi al vero servizio della persona umana, questi effetti possono anche essere trasformativi e benefici”, riconosce il Pontefice, che definisce di “grande rilevanza” l’impegno dei presenti “nell’esplorare il potenziale dell’intelligenza artificiale in medicina”. “Il professionismo medico richiede non solo le competenze specifiche necessarie, ma anche la capacità di comunicare e di essere vicini agli altri”, scrive ancora il Papa soffermandosi sull’“irrinunciabile natura delle relazioni umane” nel contesto medico: “Non può mai essere ridotto semplicemente a risolvere un problema. Allo stesso modo, i dispositivi tecnologici non devono mai compromettere la relazione personale tra pazienti e operatori sanitari. Infatti, se l’IA deve servire la dignità umana e l’efficace erogazione delle cure sanitarie, dobbiamo assicurarci che essa migliori realmente sia le relazioni interpersonali sia la qualità della cura fornita”. “Considerati i vasti interessi economici spesso in gioco nei campi della medicina e della tecnologia, e la conseguente lotta per il controllo, è essenziale promuovere una collaborazione ampia tra tutti coloro che operano nel settore sanitario e nella politica, che si estenda ben oltre i confini nazionali”, conclude Leone.

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