Giornata del Ringraziamento: mons. Di Donna (Acerra), “inquinamento e smaltimento illegale dei rifiuti hanno provocato malattie e morti premature”

“Secondo la Scrittura, Dio abita anche nella sua Creazione. La terra è sua, è la sua casa, ma anche la nostra casa, la casa comune di cui dobbiamo prenderci cura. Purtroppo questa nostra madre, la terra, grida per il male che le provochiamo. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari, autorizzati a saccheggiarla. Ma la terra non è nostra. La terra è di Dio. In questa casa, la casa comune, come nel tempio di Gerusalemme, abbiamo ascoltato dal Vangelo, sono entrati i ‘mercanti’ che per profitto ne hanno fatto un luogo di mercato”. Lo ha detto, ieri, mons. Antonio Di Donna, vescovo di Acerra e presidente della Conferenza episcopale campana, nella messa celebrata in occasione della Giornata nazionale del Ringraziamento, che quest’anno si è svolta ad Acerra. “Sì – ha aggiunto –, abbiamo fatto della terra, la casa del Padre, la casa nostra, un mercato. Nuovi mercanti in questi decenni, con il silenzio colpevole di tanti, anche dello Stato, si sono introdotti nel tempio, nella casa che è la terra, per ragioni di profitto, e hanno provocato lo scempio ambientale, anche nel nostro territorio, un tempo Campania Felix. Inquinamento e smaltimento illegale dei rifiuti hanno provocato malattie e morti premature, e il crollo dell’economia agricola”.
Come Gesù di fronte ai mercanti del tempio, “anche la nostra gente ha reagito. Soprattutto le madri coraggio, che hanno visto ammalarsi e morire i loro figli; i comitati, i medici, e le nostre chiese, le diocesi di questo territorio, e le comunità parrocchiali”.
Certo, ha sottolineato il presule, “questo dramma non è limitato alla nostra terra campana, ma riguarda l’intero nostro paese, l’Italia. Non esiste una Terra dei Fuochi, ma tante Terre dei Fuochi. Sversamenti, inquinamento, degrado, siti pericolosi si trovano in tutta Italia. Stando ai dati ufficiali, i siti inquinati sono 42, forse di più, e si trovano al Nord, al Centro e al Sud. Terra dei Fuochi non è un luogo, ma un fenomeno”.
Per mons. Di Donna, “non tutto è perduto. Gli uomini, capaci di degradarsi fino all’estremo, possono anche ritornare a rigenerare se stessi ed a rigenerare la terra. Il Creatore non ci abbandona, non fa mai marcia indietro nel suo progetto di amore, e noi possiamo ancora cambiare rotta e rigenerare la Terra”.
Certo “non bisogna abbassare la guardia, spegnere i riflettori. C’è da continuare ancora con la denuncia profetica, con l’opera di educazione nelle nostre comunità. Bisogna che ancora i cittadini controllino le Istituzioni, soprattutto regionali e comunali. Ma nello stesso tempo dobbiamo rilanciare l’agricoltura per custodire le nostre terre con i suoi prodotti, i loro prodotti, ma anche perché l’agricoltura è il più importante volano per un autentico sviluppo del nostro territorio. Lo dobbiamo anche alle tante vittime innocenti dell’inquinamento ambientale, ai nostri martiri sacrificati sull’altare del profitto e della ragione di Stato”.

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