Diocesi: mons. Maffeis (Perugia), “vivere la logica del Vangelo impegnandosi con disponibilità in famiglia, negli affetti, nel lavoro, nella nostra Chiesa e nella città”

“Ercolano, con il tuo servizio, sei stato una guida sicura e autorevole per tutta la comunità, perché non ti sei comportato da mercenario, ma – da buon pastore – hai saputo dare la vita per le persone a te affidate e hai pagato il tuo coraggio con il martirio”. Così l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, mons. Ivan Maffeis nell’omelia pronunciata ieri nella celebrazione della festa liturgica in ricordo del martirio di sant’Ercolano, patrono della città e dell’Università di Perugia.
“Noi, oggi, abbiamo ben altro per la testa – ha osservato il presule –, che servizio, coraggio, il martirio…, preoccupati come siamo di non avere troppi problemi. Abbiamo imparato ad evitare con cura di lasciarci coinvolgere da quello che accade accanto a noi, come pure siamo diventati abili a rifiutare impegni stabili, duraturi a legarci, a riconoscerci parte attiva di una comunità”. “E, forse, in questa direzione – ha commentato – va la denuncia fatta qualche giorno fa da Papa Leone, quella di non sapere più apprezzare a sufficienza il gran contributo che educatori ed insegnanti danno alla comunità. Ma tu Ercolano in forza del tuo rapporto secolare con l’Università, lo cogli al volo”, perché “danneggiare il ruolo sociale e culturale dei formatori è ipotecare il nostro futuro”.
Rivolgendosi poi al santo patrono, mons. Maffeis ha detto: “Guardando a te, Ercolano, ringraziamo le tante persone che, come te, già vivono la logica del Vangelo e si impegnano con disponibilità nella terra della famiglia, in quella degli affetti e del lavoro, nella terra della nostra Chiesa e in quella – altrettanto sacra – della nostra città. Sono la testimonianza di come sia ‘possibile vivere appassionatamente anche in mezzo alle complessità del presente’. Custodisci, benedici e proteggi quanti hanno a cuore il bene comune: i rappresentanti di tutte le Istituzioni, la prima cittadina, il magnifico rettore e con lui quanti contribuiscono a qualificare lo Studium generale e chi, a diverso titolo, non cerca semplicemente il proprio tornaconto, ma lavora per assicurare alla comunità tutta condizioni di sviluppo e di crescita, di convivenza e di pace”.

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