Riprende oggi il servizio di accoglienza invernale per le persone senza dimora, promosso dalla Caritas diocesana di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, realizzato grazie all’intesa con le istituzioni locali, presso la Casa di accoglienza San Vincenzo, in via Fonte Veneziana 19. A garantire il funzionamento del servizio, che può ospitare fino a otto persone, con possibilità di ampliamento in caso di emergenze, è la Caritas diocesana, che – viene spiegato in un comunicato – grazie alla propria rete nel territorio può fare affidamento anche su un gruppo di volontari. Ogni notte il servizio sarà aperto e funzionante fino al 30 marzo 2026, anche se in presenza di ondate di freddo potrà essere prorogato, con accesso dalle 20 alle 22 e funzionante fino alle 8 del mattino seguente tramite un pass rilasciato dal Centro di ascolto diocesano di Caritas. Come per ogni servizio attivato da Caritas, gli ospiti – viene sottolineato – saranno seguiti in un percorso personalizzato di accompagnamento, volto alla promozione umana e alla fuoriuscita dalla condizione di bisogno. Oltre che di un tetto e un letto al caldo, gli ospiti potranno usufruire anche della possibilità di fare la doccia e di avere spazi dedicati per animali al seguito.
L’accoglienza invernale prosegue così l’impegno di Caritas per dare risposte alle persone che vivono per strada: un servizio che si è evoluto nel tempo, in modalità e strutture, ma attivo sin dal 2018, ospitando negli ultimi anni mediamente dalle 29 alle 68 persone a stagione, a seconda delle modalità di accoglienza e delle condizioni meteo; solo nella stagione 2023-2024 sono state oltre 60 le persone ospitate.
“Con l’apertura del 10 novembre – spiega don Fabrizio Vantini, direttore della Caritas diocesana di Arezzo-Cortona-Sansepolcro – vogliamo garantire riparo e sicurezza nelle notti più fredde. Grazie a volontari, operatori e donatori: la città risponde con concretezza a chi è più fragile”. “È importante che la Chiesa, quando parla di carità, passi dalle parole ai fatti – aggiunge mons. Andrea Migliavacca, vescovo diocesano e pertanto anche presidente della Caritas diocesana –. L’ospitalità del dormitorio è una occasione per vivere la carità nella concretezza e rispondendo a una reale esigenza del territorio. Sarebbe bello anche poter fare di più come capienza e ospitalità, speriamo in futuro di poterci riuscire. Ringrazio infine, gli operatori Caritas e i volontari che rendono possibile questo servizio”.