Diocesi: Bari-Bitonto, sabato la beatificazione di mons. Carmine de Palma

L’arcivescovo di Bari-Bitonto, mons. Giuseppe Satriano, invita la comunità diocesana alla celebrazione eucaristica con il rito di beatificazione di Carmine de Palma, presieduta dal card. Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero per le cause dei santi, sabato 15 novembre, alle ore 10 presso la cattedrale di Bari.
La celebrazione sarà trasmessa in diretta televisiva su Telenorba (canale 10 del digitale terrestre).
A partire dal giorno prima, venerdì 14 novembre, alle ore 19.30, si svolgerà una veglia di preghiera diocesana presso la parrocchia Sacro Cuore a Bari, in via Cardassi. Seguirà la processione verso la cattedrale durante la quale saranno portate in processione le reliquie del prossimo beato. La preghiera proseguirà in cattedrale in forma comunitaria.
Mons. Carmine (Carmelo) De Palma nacque a Bari, nella Città Vecchia, nei pressi della basilica di San Nicola, il 27 gennaio 1876. Terzo di cinque figli di Vito e Filomena Catacchio, rimase orfano all’età di cinque anni. Il padre, costruttore stimato per la sua onestà, riusciva a garantire alla famiglia una modesta ma serena agiatezza.
A dieci anni, il 3 ottobre 1886, Carmine entrò nel Seminario della basilica di San Nicola, che allora aveva un proprio clero e capitolo, seguendo le orme del fratello Francesco Saverio, morto prematuramente senza poter completare gli studi. Diligente e dotato di acume, a diciannove anni conseguì con merito la licenza liceale presso il regio liceo “Cirillo” di Bari e si trasferì poi a Napoli per gli studi teologici, come alunno del Collegio Santa Maria.
Fu ordinato sacerdote dal cardinale Prisco il 17 dicembre 1898. Per motivi di salute, soggiornò per qualche tempo presso il monastero benedettino di Montecassino, esperienza che ne segnò profondamente la spiritualità. Il 17 giugno 1900 fu nominato cappellano della basilica di San Nicola a Bari, dove avrebbe svolto per tutta la vita il suo ministero, servendo il popolo di Dio nella celebrazione eucaristica, nella confessione e nella direzione spirituale. Nel 1902 conseguì la laurea in Sacra Teologia a Roma presso il Collegio Leoniano. Tornato a Bari, ricoprì negli anni successivi numerosi incarichi presso la basilica.
Quando, per disposizione della Santa Sede, la basilica di San Nicola fu affidata ai Padri Domenicani, mons. De Palma, legato alla spiritualità benedettina, fu nominato direttore spirituale delle monache benedettine di Santa Scolastica di Bari, nonché degli Oblati e delle Oblate di San Benedetto.
La sua azione pastorale si distinse per la direzione spirituale e il ministero della riconciliazione, che esercitò instancabilmente, divenendo per molti un “eroe del confessionale”. Fu guida di sacerdoti, seminaristi, religiosi e laici, che in lui trovavano un punto di riferimento spirituale saggio e luminoso. Collaborò anche con l’Azione Cattolica, in particolare con la Gioventù femminile e le donne, accompagnandone la crescita di fede e di vita.
Negli ultimi anni dovette affrontare diverse sofferenze fisiche, nonostante ciò, continuò ad ascoltare le confessioni nella sua stanza quasi fino alla morte. Dispensato dalla recita del Breviario, lo sostituì con la preghiera quotidiana del Rosario e con la celebrazione eucaristica, che ricordava interamente a memoria. Celebrò la sua ultima Messa pubblica nel febbraio 1961, presso il monastero di Santa Scolastica, e lasciò il confessionale il 9 febbraio dello stesso anno. Tornò alla Casa del Padre per insufficienza cardiaca il 24 agosto 1961, all’età di 85 anni e sette mesi.
Mons. De Palma nutrì la virtù della fede con una vita intensa di preghiera, centrata sull’Eucaristia e sulla devozione alla Vergine Maria. Diceva spesso: “La mia aspirazione è una sola: compiere sempre la volontà di Dio; perciò, ringraziamolo ogni momento con fede viva, accettando generosamente ciò che piace a Lui.” La speranza in lui scaturiva dalla fiducia nella paternità di Dio, da cui si sapeva amato, e che infondeva negli altri con la sua capacità di consolare e incoraggiare. La carità la visse in forma eroica, soccorrendo chi era nel bisogno e dedicandosi senza riserve al ministero della confessione e della direzione spirituale.

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