Bolivia: Rodrigo Paz Pereira giura come presidente, cerimonia nell’atrio della cattedrale di La Paz segna la speranza di una stagione di dialogo tra Stato e Chiesa

(Foto Conferenza episcopale boliviana)

Il presidente della Bolivia, Rodrigo Paz Pereira, ha prestato giuramento sabato, aprendo un nuovo ciclo politico di matrice centrista e moderata, nel Paese sudamericano dopo 20 anni di Governo della sinistra quasi ininterrotto. “Dio, famiglia e patria, sì, lo giuro”, ha affermato il nuovo presidente boliviano al momento del giuramento. In una cerimonia tradizionale e simbolica, l’arcivescovo emerito di Sucre, mons. Jesús Juárez, ha benedetto il “bastone del comando” del presidente, in un momento che è stato letto come un rafforzamento del rapporto tra la Chiesa cattolica e lo Stato boliviano.
La cerimonia si è svolta nell’atrio della cattedrale di Nuestra Señora, a la Paz. Mons. Juárez ha ricordato l’importanza dell’autorità come servizio e non come potere, invocando la saggezza divina per il nuovo presidente. Durante la cerimonia è stato letto un brano del primo libro dei Re, in cui Salomone chiede a Dio l’intelligenza per governare con giustizia. Il testo è stato seguito da una solenne preghiera, in cui si chiedeva a Dio di concedere al Presidente saggezza, forza e umiltà, per guidare il Paese verso la pace, l’unità e la prosperità. “Che questo bastone non sia solo un simbolo del potere umano, ma un costante richiamo al fatto che la vera autorità proviene da Dio”, ha affermato l’arcivescovo, riferendosi al bastone di Mosè, trasformato in strumento di liberazione.
Anche il presidente della Conferenza episcopale boliviana (Ceb), mons. Aurelio Pesoa, vescovo del vicariato apostolico del Beni, durante l’omelia della messa domenicale, concelebrata a Cochabamba dai vescovi, riuniti in assemblea, si è congratulato con le nuove autorità politiche: “Il Signore illumini i nuovi governanti eletti in Bolivia e tutto il Parlamento, affinché sappiano guidare il Paese verso il progresso, la giustizia e la pace e tutti collaboriamo per una Bolivia di fratelli”. Ha inoltre esortato le nuove autorità: “Il potere, l’essere più degli altri, i privilegi del potere, ci abbagliano, ci attraggono. Ci auguriamo che ciò non accada tra i nuovi governanti eletti nel Paese. Finora stiamo vedendo segnali positivi di collaborazione tra tutti per cercare le vie del progresso per il Paese. Abbiamo tutti il dovere morale di collaborare affinché la Bolivia e i boliviani possano andare avanti e realizzare un Paese con giustizia, rispetto per le differenze e progresso economico”.

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