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Biden e Trump, due candidati alla presidenza anziani e confusi. La preoccupazione degli elettori statunitensi

L’età del presidente americano è in cima alle preoccupazioni degli elettori, che si preparano, ancora una volta ad una campagna elettorale vintage, come nel 2020. Gli Stati Uniti dovranno scegliere il prossimo novembre tra due candidati che viaggiano intorno agli 80 anni, tuttavia l’età del presidente americano Joe Biden sembra creare maggiore allarme di quella del suo probabile sfidante Donald Trump. Con i suoi 81 anni Biden sarà il candidato più anziano nella storia Usa e Trump con i suoi 77 gli è solo secondo. Tuttavia la percezione del pubblico è diversa

(Foto AFP/SIR)

(da New York) In un’America alle prese con una guerra senza alba di pace come quella tra Israele e Hamas, divisa anche sui finanziamenti da concedere non solo all’Ucraina, ma al suo stesso dipartimento della difesa; mentre la polarizzazione continua a dividere i suoi cittadini sui libri scolastici da tenere o mettere al bando, sull’immigrazione indispensabile all’agricoltura e critica per le frontiere, l’età del futuro presidente occupa la scena. Nelle ultime settimane, sondaggi quotidiani continuano a testare gli statunitensi sulle prossime elezioni di novembre e sui temi che si decideranno alle urne. L’età del presidente americano è in cima alle preoccupazioni degli elettori, che si preparano, ancora una volta ad una campagna elettorale vintage, come nel 2020. Gli Stati Uniti dovranno scegliere il prossimo novembre tra due candidati che viaggiano intorno agli 80 anni, tuttavia l’età del presidente americano Joe Biden sembra creare maggiore allarme di quella del suo probabile sfidante Donald Trump.

Con i suoi 81 anni Biden sarà il candidato più anziano nella storia Usa e Trump con i suoi 77 gli è solo secondo. Tuttavia la percezione del pubblico è diversa. Nelle stesse settimane in cui Donald Trump ha elogiato il primo ministro ungherese, Viktor Orban, per la sua leadership in Turchia, confondendo Nikki Haley e Nancy Pelosi; il presidente Biden ha nominato ex leader europei defunti, descrivendoli come colleghi contemporanei e ha scambiato l’Egitto con Messico. Gli episodi che avrebbero dovuto sollevare preoccupazioni parallele sull’età e sull’acutezza mentale dei due, hanno invece visto Biden sempre più sotto accusa per gli anni che avanzano, mentre Trump non ha ricevuto lo stesso contraccolpo politico. La differenza sta nella percezione e nelle aspettative del popolo americano. Dal presidente ci si aspetta competenza, esperienza, e professionalità, mentre Donald Trump essendo più un intrattenitore che un politico, riesce a cavarsela pur in mezzo gaffe e discorsi insensati.

La scorsa settimana, il presidente è stato costretto a difendere pubblicamente la sua acutezza mentale dopo che il rapporto di un consulente speciale su alcuni documenti riservati ritrovati nel suo ufficio di vicepresidente. Biden è stato dichiarato innocente, ma le motivazioni hanno scosso gli americani. Per il consigliere, il presidente apparirebbe “come un uomo anziano comprensivo, ben intenzionato e con scarsa memoria”, un uomo che faticava a ricordare persino la data di morte del figlio. Biden ha riunito i giornalisti per contestare il rapporto e denunciare con rabbia le dichiarazioni sulla sua memoria.

Anche Trump ha anche dovuto affrontare domande sulla sua salute e sulla sua idoneità alla carica, dopo aver detto di aver sconfitto Barack Obama e non Hillary Clinton, nelle elezioni presidenziali del 2016, e aver lanciato l’allarme che gli Usa erano sull’orlo della seconda guerra mondiale. Il magnate ha risposto in modo iperbolico e con il suo fisico alto e robusto, nonostante i capelli tinti e un’abbronzatura innaturale ha continuato a tener testa alla folla di adulatori.

Entrambi i candidati hanno commesso gaffe sconcertanti per anni, ben prima che si potesse imputarne la colpa all’età avanzata, ma stavolta non sfuggono al dominio pubblico perché raccontano di un’ America povera di giovani leader o talmente divisa da non consentirgli di emergere. Si chiede di mettere un limite all’età del presidente, ma anche a quella di altre cariche istituzionali, mentre la controparte cita i casi virtuosi di giudici della Corte Suprema ottuagenari o della stessa ex speaker della Camera Nancy Pelosi che a 83 anni si trova al suo 19mo mandato. Altre due deputate Grace Napolitano e Maxine Waters hanno superato gli 85 anni. E poi ci sono le icone culturali evergreen: Mel Brooks è più divertente che mai, anche a 97 anni; Clint Eastwood continua a recitare a 93 anni; mentre Paul Simon e Bob Dylan hanno entrambi 82 anni, producono musica e tengono concerti.

Gli americani vogliono un presidente forte, in grado di tener testa ai dittatori e alle minacce mondiali. Tuttavia non è la forza fisica quella che viene richiesta, anche dal resto del mondo, ma la capacità di mettere insieme e dirigere una squadra in grado di attuare politiche che affrontino i problemi interni ed esteri senza trascinare nessuno in altre guerre o crisi. Gli analisti cattolici suggeriscono di farsi ispirare da Papa Francesco, che con i suoi 87 anni, continua a guidare la Chiesa e innovare, nonostante la sua età, proprio per la capacità di coniugare testa e cuore, in ascolto delle sfide del tempo. I due candidati alla presidenza sapranno lasciarsi ispirare? Oppure continueranno in questa sfida al tempo, ripiegati su se stessi, mentre il mondo osserva la crisi della vecchia democrazia Usa.

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