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Messa per la riconciliazione della penisola coreana. Vescovo ausiliare Seul: “Lasciar cadere l’odio e diventare apostoli della pace”

Si è celebrata a Seul, nella cattedrale di Myeongdong, una messa per la pace e la riconciliazione nella penisola coreana. Negli ultimi giorni, è salita la tensione tra la Corea del Sud e la Corea del Nord. Pyongyang ha compiuto "esercitazioni" sparando ripetutamente sull'isola sudcoreana di Yeonpyeong e provocando la reazione di Seul, che ha a sua volta iniziato a sparare colpi d'artiglieria. Nell’omelia mons. Job Yobi Koo, vescovo ausiliare di Seul, ha detto: “È il momento di lasciar cadere l’odio per percorrere il cammino mostrato da Gesù. Preghiamo insieme affinché possiamo diventare apostoli della pace”

Mons. Job Yobi Koo, vescovo ausiliare di Seul

Il sogno della riconciliazione non si è spento in Corea, nonostante le tensioni, le minacce, i colpi di artiglieria. È giunta al numero 1.400 la messa per la pace e la riconciliazione nella penisola coreana che si è celebrata ieri nella cattedrale di Myeongdong. A dare voce al “sogno” di pace del popolo cattolico in Corea è stato mons. Job Yobi Koo, vescovo ausiliare di Seul che nell’omelia, ha invitato i presenti a “diventare uno strumento di perdono e riconciliazione, attraverso i quali tutti gli uomini della terra possano unirsi con l’amore”. “Sia nella penisola coreana che nel mondo intero – ha detto il vescovo -, prevale un atteggiamento minacciante contro l’altro e si cerca la pace attraverso le armi, invece di costruirla attraverso la via dell’incontro e del dialogo. Per questo, il barlume della pace si sta affievolendo”. Mons. Koo ha ricordato il messaggio inviato da Papa Francesco lo scorso anno in occasione del 70° anniversario dell’Armistizio di Guerra coreana nel quale ha incoraggiato i cattolici della Corea – riuniti nella cattedrale di Seul – a “diventare profeti della pace”. Anche nel suo ultimo messaggio natalizio, Papa Francesco ha parlato della Corea auspicando che “si avvicini il giorno in cui si rinsalderanno i vincoli fraterni nella penisola coreana, aprendo percorsi di dialogo e riconciliazione che possano creare le condizioni per una pace duratura” (Messaggio Urbi et Orbi del Santo Padre, Natale 2023). “Adesso – ha aggiunto mons. Koo -, è il momento di lasciar cadere l’odio per percorrere il cammino mostrato da Gesù. Preghiamo insieme Preghiamo insieme affinché possiamo diventare apostoli della pace”.

Seul, messa nella cattedrale di Myeongdong per la pace e la riconciliazione

Era il 7 marzo 1995, quando il card. Stefano Sou-hwan Kim, allora arcivescovo di Seoul e amministratore apostolico di Pyongyang, ha presieduto la Prima Messa per la riconciliazione. Da allora, per 29 anni, ogni martedì alle 19, è stata celebrata una Messa con questa intenzione, anche se c’è stata una breve interruzione a causa del Covid-19. Dopo la Messa, si recita la preghiera per la Pace di San Francesco. Nell’agosto del 1995, si è concordato con l’associazione dei cattolici nordcoreani di utilizzare tale preghiera come preghiera per la riconciliazione. Dopo questo accordo, l’Arcidiocesi di Seul e l’associazione dei cattolici nordcoreani recitano questa preghiera ogni martedì nella cattedrale di Myongdong di Seul e nella Chiesa di Changchung di Pyongyang. Interpellato dal Sir, don Ignatius Soo Yong Jung, vice-presidente del Comitato nazionale per la riconciliazione dell’Arcidiocesi di Seoul, afferma di non sapere se anche oggi in Corea del Nord si è tenuta una Messa per la riconciliazione. E spiega: “In un incontro tra i “leader” delle Chiese delle due Coree svoltosi in agosto 1995, in un terzo paese, si era d’accordo di recitare la preghiera per la pace di san Francesco ogni martedì alle 19 sia a Seoul sia a Pyongyang. Seoul sta osservando questa promessa. Durante incontri successivi, Pyongyang rispondeva che anche loro stavano recitandola ogni martedì. Però, negli ultimi anni non c’è stata una riunione tra i “leader” cattolici delle due Coree. Quindi, non si può verificare se pregano ancora insieme con noi”.

Negli ultimi giorni, è salita la tensione tra la Corea del Sud e la Corea del nord. Pyongyang ha compiuto “esercitazioni” sparando ripetutamente sull’isola sudcoreana di Yeonpyeong e provocando la reazione di Seul, che ha a sua volta iniziato a sparare colpi d’artiglieria. Nord e sud si sono scambiati centinaia di colpi. “La tensione è aumentata recentemente”, ammette don Jung che aggiunge: “Ambedue i governi vogliono utilizzare questa tensione per la politica interna, per questo utilizzano parole e gesti aggressivi. C’è un bisogno di autocontrollo da tutte le due parti”.

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