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Terremoto in Giappone, oltre 200 morti e più di 300 dispersi. Dalla diocesi una raccolta fondi per sostenere le famiglie delle vittime

Lo sciame sismico ha prodotto la scorsa settimana oltre 1.200 scosse di assestamento e il bilancio delle vittime la sera dell'8 gennaio era salito a quota 202 mentre il numero dei dispersi aveva raggiunto nell'arco della giornata quota 323. Circa 28.000 persone sono raccolte in 390 centri di evacuazione nella prefettura di Ishikawa dove circa 20.000 famiglie sono ancora senza energia elettrica e 59.000 senza acqua

(Foto ANSA/SIR)

(Tokyo) All’estero già non se ne parla più, ma in Giappone prosegue l’emergenza terremoto e di ora in ora i mass media continuano a fornire notizie e aggiornamenti sulla situazione nelle zone colpite dal sisma dell’1 gennaio che all’epicentro, nella penisola di Noto, ha raggiunto magnitudo 7,6. Lo sciame sismico ha prodotto la scorsa settimana oltre 1.200 scosse di assestamento e il bilancio delle vittime la sera dell’8 gennaio era salito a quota 202 mentre il numero dei dispersi aveva raggiunto nell’arco della giornata quota 323. Circa 28.000 persone sono raccolte in 390 centri di evacuazione nella prefettura di Ishikawa dove circa 20.000 famiglie sono ancora senza energia elettrica e 59.000 senza acqua.

La carenza idrica sta comportando conseguenze sulla situazione igienica provocando un’emergenza sanitaria specialmente nei luoghi di rifugio per gli sfollati con una crescita dei casi di influenza e di coronavirus, favorita anche dalle temperature sotto zero, con rischio epidemico. Le autorità hanno inoltre segnalato la possibilità di ulteriori crolli sotto il peso della neve di edifici e abitazioni già rese precarie dal terremoto in seguito alle forti nevicate nelle zone terremotate.

Le strade interrotte per i danni del sisma, per la neve e per il ghiaccio hanno messo a dura prova Vigili del fuoco, Polizia, Forze di Autodifesa impegnate nello strenuo tentativo di raggiungere le zone isolate con beni di prima necessità ma soprattutto nello sforzo di salvare la vita alle persone ancora intrappolate sotto le macerie, anche se la possibilità di sopravvivenza oltre le 72 ore sembra essere molto remota.
Tuttavia, come spesso accade in queste situazioni di grande buio, appare la piccola luce della solidarietà e dell’altruismo anche tra gli stessi residenti sopravvissuti come riportato da alcuni quotidiani. “È tutto quello che posso fare” sono le parole di un uomo sceso dalla propria auto porgendo due preziose bottiglie d’acqua ad un dipendente di un centro anziani che, nonostante la sua abitazione fosse stata distrutta, si era posto sul ciglio di una strada di Wajima con un cartello scritto a mano con il quale chiedeva aiuto per i residenti della struttura sopravvissuti al sisma.

“Desidero aiutare i clienti, per quanto poco possa essere” ha dichiarato invece ai giornalisti il responsabile di un supermercato che ha messo in vendita la maggior parte degli articoli ad un prezzo di 100 yen, 0,63 euro, aggiungendo che “pensare al profitto può venire dopo”.

La prefettura di Ishikawa, la più colpita dal terremoto, fa parte con le altre 4 prefetture di Aichi, Gifu, Fukui e Toyama, della diocesi di Nagoya che copre un’area di 28.419 km² con una popolazione di circa 12.454.582 abitanti di cui 17.645 cattolici secondo i dati 2022 riportati dal sito ufficiale della Conferenza episcopale giapponese. Il vescovo, mons. Goro Matsuura, il 4 gennaio ha pubblicato sul sito della diocesi

(Foto diocesi di Nagoya)

un rapporto sull’entità dei danni nelle 3 prefetture di Ishikawa, Toyama e Fukui. Le parrocchie di Wajima e di Nanao nella prefettura di Ishikava in particolare sono state gravemente danneggiate con crolli delle pareti esterne, di alcune parti del soffitto e della parte superiore dell’altare. Danni minori riportate dalle altre parrocchie della zona. Padre Yoshihiro Kataoka, parroco dell’area di Ishikawa, impossibilitato dalle condizioni delle strade a raggiungere la parrocchia di Wajima ha potuto tuttavia raccogliere informazioni tramite messaggi e foto della direttrice della scuola materna, anche lei, come altri due parrocchiani filippini, vittima del crollo della propria abitazione. Responsabili della diocesi di Nagoya, dell’Emergency Response Support Team (Erst), del Consiglio centrale cattolico e di Caritas Giappone hanno tenuto un incontro online il 3 gennaio per monitorare la situazione e discutere i piani futuri. La diocesi ha dato il via alla raccolta fondi per sostenere le famiglie delle vittime, i superstiti e avviare le lime opere di ristrutturazione.
“Apprezziamo sinceramente le espressioni di sostegno e le numerose preghiere che abbiamo già ricevuto. Preghiamo per il riposo eterno di coloro che hanno perso la vita, per il rapido salvataggio di coloro che sono ancora dispersi e per coloro che sono stati evacuati a causa di questa terribile tragedia”, il ringraziamento e l’auspicio di mons. Matsuura.

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